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Cronaca Faenza

Una figurina per ricordare il cestista partigiano Vittorio Bellenghi

Dopo quella di Bruno Neri, arriva una figurina per celebrare la memoria del giocatore di pallacanestro e partigiano faentino che morì sull'eremo di Gamogna

Il Mei conclude il suo progetto "Materiale Resistente 2.0" insieme a Figurine Forever, produttore di figurine che omaggiano i grandi della musica e dello sport e della cultura. Dopo la figurina dedicata al calciatore e partigiano Bruno Neri, quest'anno viene realizzata un'analoga iniziativa per ricordare Vittorio Bellenghi, cestista con la maglia della Pallacanestro Faenza che morì insieme a Bruno Neri all'Eremo di Gamogna durante la seconda guerra mondiale. "Si tratta di un dittico di figurine imperdibili, quelle di Bruno Neri e Vittorio Bellenghi insieme", afferma il Mei. La figurina, andata in stampa in questi giorni, sarà presentata ufficialmente nel corso delle iniziative legate alle celebrazioni della Liberazione di Faenza, avvenuta il 17 dicembre 1944. Le figurine di Bellenghi e Neri saranno messe in vendita per una raccolta fondi di beneficenza all'edicola del Duomo e all'edicola della Stazione Fs di Faenza.

Vittorio Bellenghi, nato il 7 marzo 1913 a Faenza, fu sottoufficiale dell’esercito, giocatore di pallacanestro, studente iscritto all’Università di Bologna, attivista di Radio Zella e partigiano. Divenuto comandante del Battaglione Ravenna, cadde il 10 luglio 1944 a Marradi (Gamogna) insieme a Bruno NerI, colpito a morte dagli occupanti tedeschi. Il Battaglione “Ravenna” partì la domenica 9 luglio 1944 con una quarantina di uomini, da Casale di Modigliana. La formazione partigiana si mise in movimento lungo il sentiero del crinale, diretta al monte Lavane, dove era previsto un aviolancio di materiali bellici. Il gruppo in serata passò dal Torretto e l’indomani puntò su Gamogna. La strada carrabile che collegava Marradi a San Benedetto era però presidiata da ingenti forze tedesche. Vittorio Bellenghi e Bruno Neri, rispettivamente comandante e vice-comandante della formazione partigiana, decisero di andare da soli in avanscoperta a perlustrare la zona nel primo pomeriggio. I due erano armati di mitra e arrivarono alla cima del dosso che sovrastava il cimitero, nei pressi di una fonte e dell’eremo di Gamogna. In un tratto scoperto dopo il cimitero, all’improvviso, si accorsero che alla loro sinistra tre soldati tedeschi stavano salendo un sentiero. La reazione di Neri e Bellenghi fu immediata e risposero al fuoco. Ma ormai erano stati raggiunti mortalmente dai colpi nemici. La loro morte interruppe il progetto di costituire una formazione partigiana nel Faentino denominata Battaglione “Ravenna”.

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