Filmata mentre fa sesso ubriaca, uomini assolti. Parte un corteo di protesta: "Senza consenso è sempre stupro"
Sabato 19 febbraio alle 10 parte da piazza del Popolo a Ravenna un corteo fino al Tribunale per manifestare contro la recente assoluzione di due uomini accusati di stupro
Sabato 19 febbraio alle 10 parte da piazza del Popolo a Ravenna un corteo fino al Tribunale per manifestare contro la recente assoluzione di due uomini accusati di stupro. L'episodio risale al 2017, quando una 18enne - dopo aver trascorso la serata bevendo in un locale del ravennate - venne portata da due giovani in un appartamento, dove venne poi filmata mentre faceva sesso. La ragazza denunciò poi i due, dando inizio a un processo per stupro. Qualche giorno fa la sentenza: per il giudice la ragazza era "in uno stato di non piena lucidità", ma allo stesso tempo era "pienamente in grado di esprimere un valido consenso al rapporto sessuale". Così i due uomini, che hanno anche passato del tempo in carcere, sono stati assolti.
"Ancora una volta la giustizia non crede alle donne che denunciano la violenza subita, definendola un fatto che non “costituisce reato” - commentano indignate dalla Casa delle Donne - Le azioni degli uomini che commettono violenza vengono giustificate per un retaggio patriarcale radicato nella nostra società che responsabilizza le donne per le violenze che hanno subito. Nessuna attenuante può giustificare rapporti sessuali in cui le parti non esprimono consapevolmente la propria volontà. Vogliamo che sia rispettata la Convenzione di Istanbul, che sia ascoltata la giurisprudenza decennale della Cassazione per le quali lo stupro sussiste anche se la vittima non si oppone apertamente e che ha sancito che un rapporto sessuale senza consenso esplicito è stupro. Questa sentenza del tribunale di Ravenna è una ulteriore violenza inflitta alle donne e le scoraggia a denunciare per paura di non essere credute e di subire una vittimizzazione secondaria".
Gli organizzatori del corteo invitano tutta la cittadinanza a partecipare indossando qualcosa di rosso. Per aderire scrivere una mail a casadelledonneravenna@gmail.com. La manifestazione è organizzata da Casa delle donne, Linea Rosa, Sos donna, Demetra donne in aiuto, Coordinamento dei Centri Antiviolena dell'Emilia Romagna, Udi Ravenna, Donne in nero Ravenna, Femminile Maschile Plurale, Associazione dalla parte dei minori, Non una di meno Ravenna, Rete delle donne della Cgil, Una panchina per Elisa.
Le adesioni
"Nei scorsi la nostra coordinatrice regionale delle Donne Democratiche Lucia Bongarzone è intervenuta sulla sentenza del Tribunale di Ravenna che assolve per non aver commesso il fatto i presunti stupratori di una diciottenne ci preoccupa. Le sentenze si rispettano. Nel pieno rispetto della magistratura e di una pronuncia di cui ancora non conosciamo le motivazioni, ci preoccupano però le circostanze riportate dalla stampa. Il messaggio, infatti, rischia di confermare una sostanziale impunità per chi abusa di soggetti non in grado di difendersi e di reagire. L’ubriachezza non può mai giustificare una violenza, anzi semmai l’aggrava - commentano dalla Conferenza delle Donne Democratiche di Ravenna - Troppo spesso, infatti, potenti e striscianti stereotipi di genere nella comunicazione vanno a rafforzare la cultura patriarcale, il sessismo e l’oggettivazione della donna. A far considerare normale e scusabile – come nel caso in questione – il fatto di filmare una ragazza in stato di incoscienza e alterazione e con tutta evidenza incapace di prendere decisioni consapevoli. Questo non è né normale né scusabile. Mai. Neppure se le future motivazioni dovessero suffragare l’innocenza rispetto all’abuso sessuale. Le Donne Democratiche dell’Emilia-Romagna chiedono su questo come su altri casi, purtroppo numerosi, di presunte o accertate violenze sessuali, di porre grande attenzione e rispetto della persona offesa nella propria dignità. Tramite la senatrice Paola Boldrini abbiamo chiesto alla ‘Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere’, di approfondire la sentenza di Ravenna e di intervenire affinché non si faccia passare un messaggio distorto e pericoloso. Lo ribadiamo, lo stupro di gruppo che ormai è una modalità emulata e ripetuta non può trovare giustificazione nè pubblica nè istituzionale di fronte ad uno stato di sostanziale incoscienza. Il consenso della donna deve essere sempre esplicito".
"La violenza sessuale è un fenomeno diffuso in tutto il mondo e deve essere riconosciuta come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione - aggiungono da Potere al Popolo Ravenna - Per la Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013, “lo stupro è un rapporto sessuale senza consenso”. Inoltre il consenso deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della libertà della persona. La cultura italiana è ancora pesantemente influenzata da pregiudizi e stereotipi che portano ad addebitare alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita. La recente assoluzione dei due giovani ravennati “perché il fatto non costituisce reato” non può che suscitare amarezza e indignazione. Potere al Popolo di Ravenna, aderendo convintamente alla manifestazione del 19 febbraio, auspica che la legislazione italiana si adegui alle norme internazionali".
Anche Il Partito della Rifondazione Comunista di Ravenna aderisce alla manifestazione: "Ancora una volta la vittima di uno stupro viene trattata come colpevole. Ancora una volta la giustizia indaga sul passato della vittima, per giustificare la violenza. Alla violenza degli stupratori si aggiunge la violenza dello Stato che considera consenziente una ragazza in stato di debilitazione psico-fisica. Il Partito per la Rifondazione Comunista condanna una sentenza retrograda che riporta la civiltà del nostro paese indietro di decenni".