Finalmente un parcheggio per i mezzi del Volontariato all'ospedale di Faenza

Attraverso il coinvolgimento dei comandanti delle polizie municipali della Unione, si è definito un permesso che consenta la registrazione e l’identificazione dei mezzi utilizzati dalle associazioni del territorio e l’Azienda Sanitaria Locale di Ravenna ha provveduto ad identificare, nell’area ospedaliera di Faenza, uno stallo riservato a tale scopo. Un'iniziativa, che il sindaco di Solarolo Fabio Anconelli auspica sia come esempio di altri territorio.

Quando a fine 2011, ai mezzi dell’Associazione Volontari Solarolo “Monsignor Babini” non furono rilasciati i contrassegni “invalidi” necessari per accedere alle zone ZTL e poter parcheggiare negli stalli riservati in prossimità degli ingressi ospedalieri in modo da facilitare al massimo l’accesso alle persone anziane trasportate, molte voci si sollevarono contro questo mancata concessione. Il Codice della strada, infatti, consente che tale permesso possa essere rilasciato, giustamente, solo alle persone portatrici di invalidità.

Ci furono anche interpellanze regionali sul caso di Solarolo; qualcuno ipotizzò perfino che si volesse impedire all’Associazione di continuare ad operare. VSul territorio faentino molte associazioni si occupano del trasporto delle persone anziane presso le strutture assistenziali e sanitarie, ma le diverse procedure di accesso alle varie Ztl ed il vuoto normativo sull’argomento nel codice della strada (non esiste un permesso che possa essere rilasciato per i mezzi del volontariato) creano notevoli difficoltà agli operatori di questo servizio. Nonostante ciò, la neonata Unione della Romagna Faentina decise di trovare una soluzione al problema, nel rispetto delle norme esistenti.

«E’ necessario ringraziare l’ASL di Ravenna, a partire dal Direttore De Dorides e dai suoi collaboratori, per la sensibilità dimostrata nell’accogliere la nostra richiesta di istituire questo stallo - dice Fabio Anconelli, sindaco di Solarolo e referente per l’Unione delle Politiche Sociali - A volte le norme, per quanto buone, possono creare problemi ai volontari che si dedicano al bene degli altri. In questo caso siamo riusciti, con un po’ di fantasia e la disponibilità di tutti gli enti coinvolti, a superare un piccolo grande scoglio. Mi auguro che questa nostra iniziativa possa essere presa ad esempio dagli altri territori della Provincia e soprattutto dalla Regione, in modo che si passi da una fase di “sperimentazione locale” a norme applicabili in tutta l’Emilia-Romagna».