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Cronaca

Focolaio Covid alla cra Santa Teresa: "Dal 1 aprile obbligo di vaccinazione a tutto il personale"

Sono in ripresa i 12 anziani della Cra e della Casa di riposo 'Santa Teresa' di Ravenna risultati positivi al Coronavirus la scorsa settimana

Sono in ripresa i 12 anziani della Cra e della Casa di riposo 'Santa Teresa' di Ravenna risultati positivi al Coronavirus la scorsa settimana. "Alcuni asintomatici, altri con sintomi lievi, devono ringraziare il vaccino prontamente somministrato dall’Ausl alle persone dell’elenco fornito dalla struttura, che pur non potendo garantire l’immunità al contagio ne ha ridotto le conseguenze - precisa il gestore del servizio - Nessun ricovero in ospedale né decessi, quindi, in quella che è l’evoluzione di un focolaio individuato a metà marzo attraverso i tamponi periodici e che, nonostante l’attenzione alle procedure, non si è ancora spento. Inutile anche tentare di risalire alle cause, su cui si può solo ipotizzare, senza certezze".

"Non è un nuovo cluster - spiega infatti Stella Coppola, responsabile per la Romagna della cooperativa sociale Società Dolce, gestore del servizio - ma la continuazione del focolaio che ha colpito un mese fa alcuni ospiti e diversi operatori. Parliamo di persone che, avendo avuto il Covid, non potranno vaccinarsi prima che siano trascorsi tre mesi, facendo impennare il numero dei non vaccinati in struttura. In realtà hanno sviluppato gli anticorpi, esattamente come chi il vaccino l’ha ricevuto”.

E qualora il rifiuto dipendesse da una scelta personale? Coppola smentisce le dichiarazioni rilasciate da un collaboratore nei giorni scorsi: “Applichiamo il decreto legge 44 dello scorso primo aprile, che all’art. 4 prevede l’obbligo di vaccinazione per chi svolge una professione sanitaria o d’interesse sanitario e a tal fine abbiamo già inviato i nominativi di tutto il personale alla Regione Emilia Romagna". "Non solo siamo stati tra i primi ad avviare al nostro interno una campagna a favore del vaccino – spiega Pietro Segata, presidente di Società Dolce - ma abbiamo subito dato la nostra disponibilità come sede vaccinale, offrendo spazi, infermieri e medico. Insieme all’Azienda sanitaria, il cui continuo supporto in questo difficile anno è stato massimo, desideriamo rispondere il più velocemente possibile al bisogno della popolazione, dimostrando così come la collaborazione tra pubblico e privato possa rivelarsi costruttiva".

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