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Cronaca Faenza

La Fototeca Manfrediana a rischio chiusura? L'appello alla città: "Tesseratevi per aiutarci in questa battaglia"

La questione è legata alla chiusura del Dopolavoro Ferroviario di via Cavour, il circolo che dal 1971 ospitava la sede della Fototeca Manfrediana, si cerca una soluzione, ma intanto è arrivato il pieno sostegno di tanti cittadini

La Fototeca Manfrediana dovrà trovare una nuova collocazione? Se si dove? Se no quando si avrà una certezza? Interrogativi che permangono e ai quali nei giorni scorsi l’associazione faentina ha risposto pubblicamente con un post piuttosto eloquente: “I nostri tentativi di darvi una risposta si sono fatti via via sempre più goffi, fino al raggiungimento della sintesi finale: non lo sappiamo”.

La questione è legata alla chiusura del circolo Dopolavoro Ferroviario di via Cavour, che dal 1971 ospitava la sede della Fototeca Manfrediana e che “dopo anni di commissariamento ha abbassato la serranda con tutte le decine di attività e realtà che lo popolavano”, scrive la Fototeca. Per questo già da tempo l’associazione fotografico-archivistica di Faenza è in dialogo con l’amministrazione comunale, e non solo, al fine di “cercare una soluzione che possa garantire un futuro al patrimonio della Fototeca e al lavoro svolto” spiega il presidente Gian Marco Magnani.

“Oggi siamo ancora dentro i locali del dopolavoro e anche se il circolo è chiuso possiamo svolgere la nostra attività - prosegue Magnani -. Il problema è l’instabilità: innanzitutto abbiamo un contratto che si rinnova mensilmente, perchè la proprietà sta cercando di affittare tutto il blocco e chiaramente in fase di trattativa vogliono avere le mani libere. D’altro canto c’è un problema relativo ai costi: noi ci autofinanziamo e veniamo da due anni di pandemia in cui le attività sono proseguite a rallentatore quindi abbiamo un’economia limitata. Prima il dopolavoro ci chiedeva un contributo simbolico annuale mentre oggi con questa nuova gestione ci siamo avvicinati ai costi di mercato, che non sono esorbitanti ma sono comunque difficoltosi da sostenere. Dovessimo rimanere nella sede attuale, in un anno spenderemmo più del triplo, ecco perchè ci servirebbe aiuto”. 

In attesa di capire se nel breve termine ci saranno nuovi interlocutori, l’associazione si sta guardando attorno senza lasciare nulla di intentato. Nei mesi scorsi è sfumata l’ipotesi di un trasferimento nei locali dell’ex Osteria del Gallo a causa dell’umidità e degli eventuali onerosi investimenti a cui la Fototeca avrebbe dovuto fare fronte per poter svolgere nei sotterranei di Palazzo Laderchi le proprie attività. Così, mentre continuano i dialoghi, poiché permane la situazione di incertezza, l’associazione faentina ha chiesto alla cittadinanza di sostenerne le attività attraverso il tesseramento associativo:

“Quest’anno più che mai, tesserarsi alla Fototeca Manfrediana non è solo una forma di sostegno, ma una vera e propria presa di posizione. Il tesseramento non ti permetterà di avere un ruolo decisionale durante le assemblee dei soci, perché se scompariamo di assemblee non ce ne saranno proprio. Non ti permetterà di avere libero accesso al patrimonio fotografico storico della città, perché non riusciremo più a gestirlo. Proprio per questo, quei 10 euro della tessera, valgono molto, molto di più. Ci fanno sentire meno soli nel combattere la battaglia per un riconoscimento reale e concreto da parte dell’amministrazione, e ci fanno capire che questi 51 anni di attività della Fototeca sono valsi a qualcosa, anche solo a meritarci il tuo sostegno - si legge ancora nel post - Non sappiamo come andrà a finire. Ovviamente speriamo bene, e speriamo che si risolva tutto nel migliore dei modi. Ma se così non dovesse essere, è stato un bel viaggio. E ci ha fatto piacere averlo condiviso con te”.

La città si è dimostrata immediatamente sensibile al tema, anche in virtù del grande lavoro svolto dalla Fototeca negli ultimi dodici anni e oltre al sensibile aumento delle tessere associative, l’associazione ha ricevuto anche la prima donazione, nonostante si tratti di poche decine di euro. “La campagna ha avuto una buona risposta - evidenzia il presidente -. Dopo il post di venerdì scorso siamo passati dalle solite 40 richieste di questo periodo alle 100 richieste di tesseramento, e abbiamo ricevuto per la prima volta una donazione, di qualche decina di euro. Risorse che non sono del tutto risolutive ma che sono comunque d’aiuto in questo periodo (in attesa di scoprire a quanto ammonteranno i costi delle utenze di gennaio, nda). Al di la del sostegno però occorre però fare un ragionamento: noi conserviamo un patrimonio che crediamo essere importante per la città, che è privato ma come fosse pubblico visto che lo concediamo volentieri quando ce n’è bisogno. Secondo noi bisognerebbe preservarlo e agevolare le attività finalizzate a potenziarlo”. 

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