Muore di Covid a 53 anni, il dolore del figlio: "Mio padre era sano, non si meritava tutto questo"
E l'amico lancia un appello: "A chi dice che il Covid non esiste o che lo prende solo chi è già malato dico: non è così. Franco era giovane ed era sanissimo. Vaccinatevi"
Il bollettino Covid ravennate di martedì riporta due vittime giovanissime: tra queste anche Franco di Mauro, 53enne campano dipendente della Marcegaglia di Ravenna. Il caso di Franco è uno di quelli che fanno davvero riflettere sulla pericolosità di questo maledetto virus: l'uomo era giovane e non soffriva di alcuna patologia. Eppure Franco non ce l'ha fatta a combattere il Covid, che se lo è portato via lunedì.
Il ricordo dell'amico
"Io e Franco ci siamo trasferiti a Ravenna nel 2003 per cercare lavoro - spiega Aniello Carotenuto, dirigente e rappresentante sindacale Fim/Cisl in Marcegaglia - Per qualche mese abbiamo vissuto assieme in un appartamentino in affitto a Marina Romea, e posso assicurare che Franco era un uomo che pensava solo al lavoro, alla casa e alla famiglia. Era buono, generoso e umile, sempre disponibile a dare una mano a tutti, non ho mai sentito qualcuno lamentarsi di lui. Era molto orgoglioso di suo figlio Antonio e del fatto che fosse riuscito a diventare pasticciere. Aveva fatto tanti sacrifici per acquistare una casa per la sua famiglia e ne andava fiero, ma se l'è goduta poco. Ce lo hanno portato via troppo presto".
Franco, come spiega l'amico, ha contratto il Covid a fine marzo e dopo pochi giorni è stato ricoverato in ospedale a Ravenna. "Sembrava che con le cure migliorasse - continua il collega - Ci sentivamo per messaggio quando era in ospedale. Poi inziò a rispondermi la moglie, perchè lui era peggiorato ed era stato trasferito nella Terapia Intensiva dell'ospedale di Lugo. Per un po' ha avuto alti e bassi, ma aveva sempre febbre alta e problemi di respirazione. Tutti speravamo in un miracolo". Ma un miracolo non c'è stato.
Aniello ci tiene a sottolineare che Franco era in salute prima di infettarsi e lancia un appello: "Venerdì 14 maggio avrebbe compiuto 54 anni, avrebbe potuto prenotare il vaccino. E' stata una morte agghiacciante e sconvolgente, e anche chi in Marcegaglia prima non credeva nel Covid ha cambiato idea. A chi dice che il Covid non esiste o che lo prende solo chi è già malato dico: non è così. Franco era giovane ed era sanissimo. Vaccinatevi, è importante, le persone sono restie a farlo ma è l'unico metodo per andare avanti".
Mercoledì nel napoletano si sono svolti i funerali di Franco, sepolto poi nella tomba di famiglia, ai quali ha partecipato anche l'anziana madre. "A Napoli si dice che un figlio deve vedere morire i genitori, ma i genitori non devono vedere morire un figlio...", commenta addolorato Aniello.
Franco al lavoro in Marcegaglia insieme al collega Riccardo
Il dolore del figlio
"Voglio far capire quanto mio padre fosse amato e amava - lo ricorda il figlio Antonio - Voleva bene a tutti e si faceva amare da tutti. Mio padre mi ha sempre detto di fare ciò che più amavo nella vita, io ho fatto l'alberghiero e lui è sempre stato molto orgoglioso di me. Era un giocherellone, portava il sorriso ovunque, era sempre l'anima della festa, faceva sempre ridere tutti e ci teneva molto a passare il tempo in armonia. I colleghi mi hanno lasciato delle dediche davvero toccanti".
Antonio ha preso il Covid il 23 marzo scorso. "Poco dopo è risultato positivo anche mio padre, mentre mia madre lo aveva già preso a dicembre a lavoro (la donna lavora nell'Istituto delle Suore di Carità di Santa Giovanna Antida Thouret di Cervia, dove nei mesi scorsi si è innescato un focolaio di Covid che ha portato alla morte di 11 suore, ndr). Io avevo la febbre a 38, lui quasi a 40 - spiega il 23enne - La saturazione di mio padre continuava a scendere, respirava male, quindi lo abbiamo ricoverato. Purtroppo però non reagiva a nessuna cura: da quello che ci hanno spiegato i medici, il suo corpo reagiva talmente tanto per contrastare il virus che contrastava anche i farmaci".
Poi, lunedì, l'ultimo saluto: "Lo hanno tenuto attaccato alle macchine per farcelo salutare - dice il giovane - Caso vuole che quando siamo entrati i suoi battiti erano 54, e lui venerdì avrebbe compiuto 54 anni. Ormai si era negativizzato, quindi almeno abbiamo potuto salutarlo in ospedale. E' salita dalla Campania anche mia nonna per salutare suo figlio... Oggi è incredula ed è abbattuta come tutti noi. Mio padre aveva solo 53 anni, e a 53 anni si ha ancora una vita davanti. Non si meritava tutto questo, era troppo buono... mancherà a tutti".