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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

La città piange i due poliziotti Nicoletta e Pietro: "Sono morti per tutti noi"

Mercoledì mattina, in una piazza Duomo strapiena, tutta Ravenna ha reso omaggio a Nicoletta Missiroli e Pietro Pezzi, i due poliziotti morti sabato notte in un tragico incidente mentre erano in servizio

Una tragedia che ha colpito tutta la città, accorsa in Duomo per porgere l'ultimo saluto a due persone che, proprio per difendere la sicurezza di Ravenna e dei suoi abitanti, hanno dato la vita. Mercoledì mattina, in una piazza Duomo strapiena, tutta la città ha reso omaggio a Nicoletta Missiroli e Pietro Pezzi, i due poliziotti morti sabato notte in un tragico incidente mentre erano in servizio. Nicoletta aveva 54 anni ed è entrata nel corpo di polizia nel 1988, mentre il giovane Pietro, che avrebbe compiuto 30 anni il 27 settembre, lavorava in polizia dal 2015. I feretri dei due poliziotti, vicini l'uno all'altro fino all'ultimo, sono stati trasportati dentro la Cattedrale dai colleghi in lacrime, che hanno sorretto le bare avvolte dalla bandiera italiana sfilando tra due schiere di poliziotti e facendosi spazio tra le centinaia di amici, parenti e colleghi, tra cui il capo della Polizia Franco Gabrielli, il questore Rosario Eugenio Russo, il presidente della Regione Stefano Bonaccini e il sindaco Michele de Pascale, insieme a tutte le altre autorità.

Il funerale dei due poliziotti in Duomo (foto Massimo Argnani)

"Una celebrazione che non avremmo mai voluto fare - ha commentato il Vescovo Monsignor Lorenzo Ghizzoni, che ha celebrato la Santa Messa insieme al cappellano della Polizia di Stato Padre Paolo Carlin - Quello che proviamo tutti noi in questo momento è il dolore delle separazioni impreviste e irreparabili. Nicoletta e Pietro sono morti per tutti noi, per garantirci la sicurezza di cui ogni giorno sentiamo maggiormente il bisogno. Sappiamo che le risorse sono sempre meno e le richieste sempre di più, quindi il ruolo degli agenti di Polizia diventa ancora più difficile. L'occasione di oggi, pur nel dolore, ci fa apprezzare ancora di più la disponibilità al sacrificio di queste persone. Pietro e Nicoletta hanno risposto a una richiesta d'aiuto: dobbiamo ringraziare loro e i loro colleghi che fanno cose come questa ogni giorno. Questo fa crescere non solo la nostra sicurezza, ma soprattutto la nostra gratitudine".

Sulle due bare poste di fronte al Vescovo spiccano i due cappelli da poliziotto appartenuti a Pietro e Nicoletta, fedeli alla divisa fino all'ultimo, nella vita come nella morte. La Chiesa scoppia in lacrime quando sull'altare sale il fratello di Nicoletta, che ricorda con parole dolcissime la sorella scomparsa. "Quando da piccolo litigavo con i più grandi dicevo sempre: "Adesso parlo con mia sorella". Perchè tu ci sei sempre stata, nei giorni di sole e soprattutto in quelli di buio. Quante volte nella mia vita, già adulto, ho potuto dire ancora: "Adesso parlo con mia sorella". Tu c'eri sempre, per me ma anche per tutti gli altri. Spesso eri burbera, ma sempre presente. Tu hai conosciuto la gioia di donare, sia nella tua vita di tutti i giorni che nel lavoro che amavi. Hai avuto una vita difficile, con battaglie che hai sempre combattuto a testa alta. E ora so che ogni volta che avrò bisogno potrò continuare a dire: "Adesso parlo con mia sorella". Riposa in pace con la mamma".

"Pietro, ci hai fatto davvero un brutto dispetto - racconta in lacrime il fratello Cesare - ma così hai confermato una cosa: ci hai fatto capire quanto bene ti vogliamo. Ti voglio raccontare quanto mi sono emozionato stamattina quando ci hanno portato in Chiesa: a ogni incrocio c'era un poliziotto che fermava tutto e ci faceva passare. Mi sono emozionato ancora di più quando, entrando in Duomo, i tuoi colleghi ci hanno accolto facendo il saluto con le spade. Sono orgoglioso di vedere il cappello e la bandiera sopra di te. Siamo fieri di te Pietro". Discorsi che hanno strappato lunghi applausi e tante lacrime prima della partenza del corteo funebre verso il cimitero.

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