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Cronaca Bagnacavallo

Affetto e lacrime per l'ultimo saluto a Marescotti: "Continueremo sempre ad amarti"

Centinaia di persone alla camera ardente dell'attore. Il saluto della moglie Erika: "Quello che abbiamo vissuto non si perde e non scompare"

Una vita intera che scorre davanti agli occhi, proprio come un film. L'ultimo saluto a Ivano Marescotti, scomparso all'età di 77 anni, è stato questo. Un grande racconto della vita, dell'arte, dell'impegno politico e infine della morte di un uomo "autentico e unico", per usare le parole della moglie Erika. Mercoledì, nella sala gremita dell'ex convento di San Francesco a Bagnacavallo l'atmosfera, in attesa del commiato pubblico, appariva irreale. Tante persone e una sola voce, quella di Marescotti, che fluiva insieme alle immagini dei suoi film e spettacoli teatrali. Video che lo vedevano accanto ad Anthony Hopkins, sul set di Hannibal, o in quello di King Arthur, mentre recitava in inglese con Clive Owen. Poi si ride, con Marescotti nei film di Checco Zalone e di Roberto Benigni, o con le sue eccezionali interpretazioni in dialetto sui testi di Raffaello Baldini. Tra un filmato e l'altro partono gli applausi, accompagnati da lacrime e occhi lucidi. All'uscita, il feretro è stato poi accompagnato dal coro che ha intonato 'Bella Ciao'.

L'ultimo saluto a Ivano Marescotti (foto Massimo Argnani)

Una commozione corale che è ulteriormente cresciuta quando la moglie, Erika Leonelli, ha aperto il momento di commiato, che ha preceduto il trasferimento della salma di Marescotti alla volta di Ravenna per la cremazione. "Ivano se fosse al mio posto direbbe: 'Bene, molto bene, anzi malessum'. Questo era il suo modo di sopportare le tragedie, cercando sempre di sorridere". Nel suo discorso, la moglie dell'attore ricorda le straordinarie caratteristiche di un uomo "geniale e umile" che nonostante l'enorme successo era rimasto sempre lo stesso di sempre. "La sua ultima frase è stata 'Stella, mi dispiace' - rivela Erika - La libertà che aveva era la libertà che gli donavano quelli che gli stavano accanto". Ivano ed Erika si erano sposati appena un anno fa, il 26 marzo 2022. Mentre già da tre anni lui stava combattendo con il cancro. "Quello che abbiamo vissuto insieme è stato un tempo autentico, ma troppo breve. Ma quello che abbiamo sperimentato non si perde e non scompare - prosegue la moglie - Dicevi che tutto finisce quando si muore. Io invece ti auguro di proseguire il tuo viaggio".

IL VIDEO - Amici e parenti in lacrime salutano Ivano Marescotti cantando 'Bella Ciao'

Applausi lacrime e commozione hanno accompagnato i numerosi interventi che si sono susseguiti nella camera ardente dell'artista. Tutti insieme a rendere omaggio all'uomo, all'attore, al libero pensatore che diceva sempre la verità, anche quando questa era forse un po' scomoda. Qualità che hanno smosso anche varie istituzioni, giunte a Bagnacavallo per l'ultimo saluto.  Per prima ha preso la parola proprio la sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni che, con voce rotta dalla commozione, ha tenuto a riconoscere "la statura dell'uomo di cultura", promettendo di fare il possibile per portare avanti il suo percorso artistico e ringraziandolo per aver "portato la nostra terra in giro per il mondo".

Al commiato si è aggiunto quindi il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, che ha voluto rendere "grazie per l'intensità della sua arte, per ciò che ha fatto per la Romagna e la cultura della sua terra". Ma anche per "il suo impegno politico, per essersi a volte anche arrabbiato per la politica". Il primo cittadino e presidente della provincia ha voluto anche ricordare l'esperienza di Marescotti come impiegato comunale, prima che mollasse il 'posto fisso' per dedicarsi alla recitazione. "Una persona difficile da definire con una sola parola", ha continuato De Pascale, assicurando che i ravennati, anche se ritenuti "ghignosi" da Marescotti in un suo famoso sketch, "continueranno ad amarlo sempre".

E l'affetto per Marescotti arriva anche da oltre i confini romagnoli, con l'assessora alla cultura di Bologna, Bruna Gambarelli, legata a Marescotti per precedenti esperienze teatrali che ha ricordato "i tanti progetti importanti e generosi che ha avviato per la nostra comunità". Partendo dalla Romagna e arrivando a Bologna, come in altre città d'Italia, Marescotti "ha lasciato il segno. Come città di Bologna gli siamo grati. Nelle sue mani qualunque frammento diventava grande".

Il ricordo di Marescotti non può fare a meno di partire proprio dalle sue origini e da quel pensiero ideologico che gli era stato trasmesso dal padre Amleto, meglio conosciuto come 'Venerino' nella sua Villanova. "Noi oggi salutiamo l'antifascista Ivano Marescotti - ha detto il presidente provinciale dell'Anpi Renzo Savini - La sua linea politica di coerenza è stata l'Anpi, nel ricordo del padre partigiano. Per noi tutti sarà uno sforzo essere antifascisti come lui". Gli amici del suo paese natale, Villanova di Bagnacavallo, lo ricordano a tutto tondo. L'uomo impegnato, ma sempre a disposizione. Il compaesano Massimo Morelli ricorda anche il verace ateismo di Marescotti che, accogliendo gli amici cattolici, riservava loro una preghiera atea che, tradotta dal dialetto, recitava: "Quando morirò, Signore, prendimi in Paradiso. Se c'è". L'amica Patrizia Cevoli, invece, lo evoca con alcuni versi in dialetto romagnolo, immaginando che Marescotti, in realtà, non sia morto, ma solo nascosto e pronto a guardare i presenti da dietro la bara.

Intenso e vivo anche il ricordo di Elena Bucci, attrice e grande amica di Marescotti. "Ivano smuoveva la fantasia, la nostalgia, la speranza. Ti faceva ridere e poi subito dopo piangere". L'attrice ha raccontato così il suo rapporto di amicizia e la capacità creativa di Marescotti che nasceva in maniera quasi spontanea. "Amava improvvisare. Quello era puro amore per lui", ricordando anche una delle ultime esibizioni dell'attore, andata in scena lo scorso settembre all'Ecomuseo della sua Villanova. "Era molto malato, ma stando con lui quasi ci si dimenticava della sua condizione - ha continuato Bucci - Lui non è invecchiato, si è trasformato continuamente. Diceva che anche quella del morente è un'esperienza di vita". Infine, dalla panca posta a lato del feretro si è alzata la figlia Iliade. Si è avvicinata al microfono, con un timido sorriso e ha detto: "Da questa mattina per salutare il babbo non c'è ancora stato un minuto di silenzio". Silenzio.

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