Rubavano alla catena di abbigliamento e rivendevano la merce in Albania: colpi anche nel Ravennate
La tecnica utilizzata dalla banda era sempre la stessa: le donne facevano ingresso all’interno del negozi e dopo aver sfilato i capi d’abbigliamento delle grucce li occultavano tra gli scaffali dei negozi
Nei giorni scorsi la procura della Repubblica di Pordenone ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di un gruppo di cittadini, tutti di origine albanese, ritenuti responsabili di numerosi furti a danno dei punti vendita del marchio H&M, commessi in tutto il territorio nazionale. Come riportato da UdineToday, le investigazioni avrebbero permesso di accertare che la banda criminale sia arrivata a colpire i punti vendita H&M in diverse parti d'Italia, anche nella provincia di Ravenna.
La procura di Pordenone ha avviato così un’articolata attività d’ indagine, condotta dagli agenti della Squadra mobile della Questura, che ha consentito di scoprire l’esistenza di un vero e proprio sodalizio criminale composto da nove individui, di cui cinque donne e quattro uomini, tutti di origine albanese, dediti al “trasfertismo delittuoso”: secondo la procura friulana, i nove, alternandosi in gruppi, una volta raggiunto il territorio italiano si trattenevano per circa dieci giorni, durante i quali – muovendosi a bordo di auto prese a noleggio –, raggiungevano i vari punti vendita H&M del territorio nazionale e rubavano numerosi capi di abbigliamento, dal valore di migliaia di euro, occultandoli all’interno di carelli della spesa appositamente muniti di dispositivi antitaccheggio.
La tecnica utilizzata risulterebbe essere sempre la stessa: le donne facevano ingresso all’interno del negozi e dopo aver sfilato i capi d’abbigliamento delle grucce li occultavano tra gli scaffali dei negozi; quindi gli uomini entravano all’interno del negozio e nascondevano i capi all’interno di carrelli della spesa precedentemente muniti con appositi dispositivi antitaccheggio. Un altro componente della banda restava all’esterno, allo scopo di allertare i complici dell’eventuale arrivo delle forze dell’ordine. I furti si consumavano nel giro di un’ora; terminata l’azione i ladri si allontanavano a bordo delle auto a noleggio dirigendosi verso altri centri commerciali. Il gruppo riusciva a colpire anche più centri commerciali diversi nel corso della stessa giornata. Terminate le loro trasferte i componenti del sodalizio facevano quindi rientro nel loro paese d’origine.
Nell’ambito dell’ indagine lo scorso 16 dicembre gli agenti della Squadra mobile di Pordenone hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo nei confronti di cinque componenti del sodalizio, tre uomini e due donne, sorpresi a rubare all’interno del centro commerciale l’ “Adriatico 2” di Portogruaro e quindi tratti anche in arresto di flagranza e condotti in carcere. La misura emessa dalla Procura di Pordenone è stata confermata all’esito dell’interrogatorio di garanzia dove il gip ha accolto in pieno la tesi accusatoria sostenuta dalla Procura nei confronti di tutti e cinque gli arrestati. Secondo gli investigatori, la merce trafugata, una volta arrivata in Albania, sarebbe stata messa in vendita dalla moglie di uno degli arrestati all’interno dei punti vendita “H&M” situati nelle città di Tirana, Durazzo e Valona, gestititi proprio dalla donna stessa. Per questo i due coniugi, ritenuti i capi dell’organizzazione, sono stati indagati anche per l’ipotesi di reato di auto riciclaggio in concorso.