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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Gestione dei rifiuti, i lavoratori rischiano il 'taglio'

La denuncia arriva da Alvaro Ancisi, di Lista per Ravenna: "Gli annunciati aumenti delle tariffe rifiuti, senza decorrenza retroattiva ma con lo stesso gravame, sono insostenibili"

"Gli annunciati aumenti delle tariffe rifiuti, senza decorrenza retroattiva ma con lo stesso gravame, pari mediamente all’8,5 per cento nel 2012 e al 4,5 per cento nel 2013, sono insostenibili da ogni punto di vista della collettività. Lo sono per gli utenti, oppressi da una serie sempre più numerosa e sanguinosa di aggravi di tasse e tariffe, a fronte degli stessi servizi pubblici o addirittura di tagli e disservizi". Lo ha dichiarato Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, in merito all'aumento delle tariffe rifiuti.

"Lo sono - continua - per le imprese del commercio e del turismo, la cui redditività è continuamente aggredita da maggiori costi fissi, tariffa rifiuti compresa, mettendone a rischio la tenuta dei bilanci e dell’occupazione".
 
"Siccome la legge impone di pareggiare i costi dei servizio rifiuti con i rispettivi introiti tariffari - prosegue il capogruppo di LPR - il gestore ha il diritto di rivendicare tariffe tali da  raggiungere questo obiettivo. Ma la collettività ha il diritto di pretendere che il servizio sia gestito con la massima economicità, e quindi che vengano fissati dall’ente pubblico, all’interno dei contratti “d’ appalto” del servizio, criteri di determinazione, monitoraggio e controllo dei costi volti alla loro riduzione/contenimento. Per contrastare, quanto meno, gli aumenti tariffari, va anche ripensato totalmente il sistema stesso di raccolta e trattamento dei rifiuti, per arrivare, da un lato, a ridurre la produzione degli scarti domestici e delle imprese e, dall’altro, a riciclare i materiali ricavabili con la raccolta differenziata, fattori entrambi, almeno nel medio termine, di abbattimento dei costi. Questa è la strada maestra, che può essere percorsa responsabilizzando in prima persona i cittadini nell’adozione di comportamenti virtuosi, sintetizzabili nello slogan: meno rifiuti, tutti differenziati".

Ancisi sottolinea anche il risvolto sociale riguardante i lavoratori del servizio rifiuti, "finora sottratto all’attenzione dell’opinione pubblica, perfino da parte dei sindacati, ma che angoscia molte famiglie, al di là degli aumenti delle bollette. Qualora le tariffe non pareggino i costi del servizio già maturati dal gestore, la prima conseguenza sarebbe il taglio dei costi del personale. È una minaccia incombente. Già nel presente esercizio finanziario, il budget destinato a remunerare le cooperative appaltatrici che svolgono il servizio di raccolta dei rifiuti e dello spazzamento in Romagna per conto di Hera ha subìto un taglio di circa il 3 o 4 per cento. In provincia di Ravenna, si è riusciti a sopperirvi razionalizzando la gestione del servizio senza tagli di personale. Ma è in corso una nuova gara d’appalto, che unificherà tutti i contratti territoriali finora esistenti in uno unico a livello romagnolo".

"Per capire l’entità della posta in gioco, basti dire che il volume attuale di questi costi è pari a non poche decine di milioni di euro, che però la base d’asta dell’appalto unico ha tagliato del 10 per cento, con richiesta di offerte in diminuzione. Anche attraverso questa strada si potrebbe andare ad un contenimento delle tariffe, almeno si spera, ma con quale rischio che si lascino a casa dei lavoratori, non protetti da nessun art. 18 e da nessun contratto, si può immaginare. Nel momento in cui i nuovi posti di lavoro paiono chimere irraggiungibili, tagliare quelli esistenti è un prezzo insopportabile per le famiglie colpite nella fonte di reddito e di sostentamento, ma anche socialmente insostenibile. Entro il cerchio chiuso tra Comuni, Provincia, ATO (o cosa diventerà dopo la riforma che sopprime questi organismi) ed Hera, tutti retti dalla stessa mano politica della sinistra locale, il problema rifiuti ricade dunque pesantemente, richiamando enormi responsabilità di governo efficiente e trasparente" conclude Alvaro Ancisi.
 

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