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Cronaca

Shoah, il sindaco Matteucci: "Ravenna non ha perso la memoria"

"La comunità ravennate non ha perso la memoria. Anzi la coltiva con passione, consapevolezza", ha dichiarato il primo cittadino

Proseguono le iniziative promosse in occasione della giornata della memoria. Giovedì mattina alla sala Corelli del Teatro Alighieri di Ravenna lectio magistralis del professor Dieter Pohl, storico e docente di storia contemporanea all'Università di Klagenfurt sul tema sul tema: “I campi di concentramento e la Shoah”. L'incontro è stato aperto dal sindaco Fabrizio Matteucci. "Il 27 gennaio 1945 si aprirono i cancelli di Auschwitz e un'ondata immensa di orrore e incredulità  travolse il mondo - ha ricordato il primo cittadino -. Si racconta che i soldati russi che per primi arrivarono al campo di concentramento rimasero ammutoliti di fronte al tragico spettacolo di persone ridotte a larve umane".

"La memoria è senz'altro uno degli antidoti più efficaci contro la barbarie, lo è ancora di più se viene praticata quotidianamente e soprattutto se viene accompagnata da momenti di riflessione ed approfondimento, come quello che facciamo oggi - ha aggiunto il sindaco -- La Shoah è da sempre tema di dibattito e di confronto nelle nostre scuole. Sono i giovani infatti i primi destinatari di giornate come questa. Noi non dobbiamo mai smettere di raccontare e trasmettere loro tutto quello che sappiamo, perché sono loro che domani, dovranno ricordare in nome delle generazioni precedenti".

"Riconosciamo il male quando è troppo tardi - ha continuato - quando questa spirale ha raggiunto proporzioni inimmaginabili, disumane anche se sono state prodotte dall'uomo. Per questo i diritti non si devono toccare mai. E'  questo uno dei compiti della politica: fare in modo che tutti gli uomini che nascono uguali, lo siano davvero nei diritti e nelle libertà e comunque stare dalla parte da chi ha un diritto in meno. La comunità ravennate non ha perso la memoria. Anzi la coltiva con passione, consapevolezza. Le lapidi e i cippi posti nelle piazze, nelle strade nei parchi raccontano, in molti casi, del sacrificio di donne e di uomini per la libertà, ma narrano anche dell'insensatezza della guerra, della violenza,  dell'intolleranza. Ogni anno onoriamo la giornata della memoria con decine di iniziative".

"La tragedia della Shoah a Ravenna ha volto innocente di Roberto Bachi, ritratto  insieme ai suoi compagni della classe quarta del Mordani - ha concluso -. Ma è anche rappresentata dalla vicenda emblematica dei 31 cittadini rastrellati nel territorio della nostra provincia che la notte tra il 25 e il 26 gennaio del 1944, un anno prima dell'ingresso dei russi ad Auschwitz transitarono alla stazione di Ravenna per raggiungere il carcere di San Vittore e da lì essere deportati proprio in quel campo di concentramento. Furono circa un centinaio gli ebrei ravennati che furono deportati nei campi di concentramento e non fecero più ritorno. C'è una frase sulla targa dedicata a Giorgio Gaudenzi che abbiamo scoperto ieri alla scuola Mordani che recita così: “Perché  solo un passato consapevole può orientare positivamente il futuro”. Noi continueremo a coltivare la memoria della Shoah perché questo è l'unico modo per non ricadere in quell'orrore".

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