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Cronaca

Giorno del Ricordo, scoperta una targa in memoria dei profughi giuliano dalmati

A Marina nei primi anni Cinquanta e Sessanta furono accolte, trovando alloggio, decine di famiglie giuliano-dalmate, provenienti da diverse parti d’Italia

Nell’ambito delle iniziative promosse in occasione del Giorno del Ricordo, fissato per il 10 febbraio, istituito con legge dello Stato il 30 marzo del 2004 per conservare la memoria delle vittime delle foibe, lunedì mattina all’ufficio decentrato di Marina di Ravenna, in piazzale Marinai d’Italia 19, alla presenza delle autorità comunali è stata scoperta una targa in ricordo dei profughi giuliano dalmati giunti nella località nel dopoguerra.

Una targa per i profughi giuliano dalmati (foto Massimo Argnani)

A Marina nei primi anni Cinquanta e Sessanta furono accolte, trovando alloggio, decine di famiglie giuliano-dalmate, provenienti da diverse parti d’Italia a seguito dell’emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di nazionalità e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, dal Quarnaro e dalla Dalmazia, che si verificò a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Nel corso degli anni tali famiglie, lavorando in modo operoso e proficuo, si sono integrate con la comunità locale, ricostruendosi una vita e un’identità, in una dimensione di serenità e accoglienza.

L’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia ha proposto all’Amministrazione comunale, che ha subito condiviso la scelta, di apporre una targa, presso la sede dell’ufficio decentrato, che si trova nella zona dove erano collocate le case di prima sistemazione dei profughi giunti in città, al fine di ricordare sia il dramma dell’esodo sia la prima accoglienza e la successiva fortunata integrazione degli esuli nella comunità ravennate.

"C’è un profondo legame tra una parte dei profughi giuliano dalmati giunti in Italia nel dopoguerra, spinti lontano da una politica ostile, e la località di Marina di Ravenna, dove approdarono nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta: una popolazione che aveva doppiamente sofferto, per essere passata da una feroce dittatura ad un'altra, dalla barbarie nazifascista al regime comunista di Tito - commenta il sindaco Michele de Pascale - Oggi, nel giorno del Ricordo - istituito con legge dello Stato il 30 marzo del 2004 per conservare la memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani nella complessa vicenda del confine orientale nell’immediato dopoguerra - abbiamo ricordato quei drammatici momenti con l’apposizione di una targa fuori dall’ufficio decentrato di Marina di Ravenna. Mi ha fatto particolarmente piacere la presenza di una classe della scuola Mameli, perché i ragazzi di oggi appartengono all’ultima delle generazioni che avrà l’opportunità di ascoltare dalla viva voce di chi le ha vissute le storie delle immani tragedie che l’epoca più recente ci ha lasciato purtroppo in eredità. E mi ha fatto altrettanto piacere la presenza di alcuni rappresentanti della comunità giuliano – dalmata, testimoni appunto di quelle tragedie. Da quel passato abbiamo saputo trarre insegnamenti positivi e dobbiamo continuare a farlo; uno degli antidoti più potenti è stato la costituzione di una comune “casa” europea, dentro la quale sono state costruite relazioni di pace e di convivenza tra i popoli. Dobbiamo continuare su questa strada perché, come ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, "oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell'indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi".

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