Gli ambientalisti raccolgono firme per 4 proposte di legge su acqua, rifiuti, energia e consumo di suolo
Ne sono promotori i comitati e le associazioni che fanno parte della Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna, fra cui il Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”, e Legambiente regionale
Da aprile inizia la raccolta di firme in tutta la nostra Regione a sostegno di 4 leggi di iniziativa popolare regionale. Ne sono promotori i comitati e le associazioni che fanno parte della Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna, fra cui il Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”, e Legambiente regionale. Si tratta di 4 proposte di legge su questioni decisive rispetto alle politiche ambientali e di contrasto al cambiamento climatico: acqua, rifiuti, energia e consumo di suolo. A Ravenna la raccolta delle firme è organizzata da Per il Clima – Fuori dal Fossile e inizia la mattina di sabato 2 aprile in Piazza Sighinolfi in occasione del mercato.
"Le proposte nascono da un percorso iniziato nel momento della firma del Patto per il lavoro e il clima promosso dalla Giunta regionale nel dicembre 2020, sottoscritto da molte organizzazioni e associazioni, a partire da quelle sindacali e imprenditoriali. Quel Patto enunciava obiettivi ambiziosi – il passaggio alle energie rinnovabili al 100% nel 2035 e l’azzeramento delle emissioni climalteranti al 2050 – ma che non sono poi stati supportati da interventi coerenti e cogenti, e ancora oggi sono continuamente contraddetti dalle scelte del governo regionale - spiegano i promotori - Prevale ancora una logica puramente economicista e produttivista, tendente esclusivamente alla crescita quantitativa del Pil, senza verificare cosa ciò comporti per il benessere dei cittadini e per la salvaguardia delle risorse naturali ed ambientali. Secondo tale logica bisogna attrarre investimenti, anche stranieri, al di là del loro impatto ambientale e anche delle ricadute sulla qualità e quantità dell’occupazione. Si continua a ragionare sulle grandi opere autostradali, secondo un modello di trasporto basato sulla mobilità privata e ignorando ciò che questa scelta comporta in termini di consumo di suolo. Si prosegue con le privatizzazione di servizi pubblici, come quello idrico e della gestione dei rifiuti. Si ripropone un’idea di produzione e distribuzione centralizzata e verticistica dell’energia, che ha come conseguenza quella di privilegiare le fonti fossili rispetto a quelle rinnovabili. La politica regionale in questo momento è in totale sintonia con quella del governo centrale, che peraltro utilizza la contingenza terribile della guerra in Ucraina per proporre ulteriori scelte regressive, in particolare in tema di energia, e porta avanti l’idea di estrarre più gas e, addirittura, di far tornare in auge le centrali a carbone, anziché investire massicciamente sullo sviluppo delle rinnovabili! E intanto, con il disegno di legge sulla concorrenza, attualmente in discussione, si pensa di estendere ulteriormente le privatizzazioni a tutti i servizi pubblici, da quello idrico ai rifiuti e alla sanità".
Le 4 proposte di legge di iniziativa popolare si muovono in direzione alternativa: "La proposta di legge sull’acqua (e anche quella sui rifiuti) sposta l’intervento decisionale in materia più vicino ai cittadini e agli Enti Locali, riportandolo a livello territoriale e mette l’accento sul ruolo fondamentale della gestione pubblica. La proposta di legge sui rifiuti si pone l’obiettivo di ridurre fortemente la loro produzione e quella dei rifiuti non riciclati, rendendo per questa via possibile l’uscita dal ricorso all’incenerimento in pochi anni. La proposta di legge sull’energia è imperniata sull’idea della pianificazione regionale e territoriale degli interventi per arrivare alla copertura del 100% del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro il 2035, alla riduzione del 32% dei consumi lordi finali al 2030 e del 55% di emissioni climalteranti al 2030, passando ad un nuovo modello basato sulla produzione e sul consumo decentrato e diffuso. La proposta sul consumo di suolo, dando priorità al riuso e alla rigenerazione urbana, anche attraverso un censimento degli edifici e delle aree dismesse, indica la prospettiva del consumo di suolo zero come obiettivo concreto. Sono proposte che premono per un forte cambiamento delle politiche regionali: acqua, energia, servizi dei rifiuti, suolo non solo vanno considerati beni comuni da sottrarre al mercato, ma configurano un’idea diversa dell’attuale modello sociale".