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Cronaca Centro / Via Ghibuzza

Gli schiamazzi al circolo Abajur non lasciano dormire i residenti: il sindaco insonorizza il locale

Nei giorni scorsi il caso del circolo di via Ghibuzza, che nei giorni scorsi ha annunciato la chiusura del giardino a causa di rumori e schiamazzi lamentati dai residenti, è stato preso a cuore da diverse parti politiche

Nei giorni scorsi il caso del circolo Abajour di via Ghibuzza, che nei giorni scorsi ha annunciato la chiusura del giardino del a causa di rumori e schiamazzi lamentati dai residenti, è stato preso a cuore da diverse parti politiche, tra le quali CambieRà e il Pd, che martedì pomeriggio hanno presentato i loro question time in consiglio comunale.

"A malincuore abbiamo dovuto annullare eventi, lavoratori creativi per bambini e molte delle attività culturali svolte dal circolo - spiegano i titolari del circolo - La causa è il vicinato di via Ghibuzza e lo scarso interesse da parte della nostra città nel tutelare non solo attività culturali riguardanti musica, cinema, comicità, ma anche la vita notturna dei suoi abitanti. Fare poco "casino", stare aperti solo cinque giorni e chiudere prestissimo non è stato sufficiente per il sistema. Da oggi si può fumare solo per strada, perchè purtroppo i soci che fumavano nel giardino davano troppo fastidio a chi abita di fianco a noi, ed evidentemente hanno ragione loro".

"Il circolo si trova in una piccola stradina stretta e priva di parcheggio, completamente composta da vecchie case residenziali ai margini della Via Fiume Abbandonato - spiega la consigliera d'opposizione di Cambierà Samantha Tardi - Polemiche simili non sono rare nella nostra città: infatti abbiamo assistito, negli anni, a diversi tentativi di apertura di locali per accontentare la giovane cittadinanza, costretta altrimenti ad uscire da Ravenna per trovare luoghi interessanti, colpiti poi dal difficile connubio tra movida e vicinato, il quale pretende, anche giustamente, di aver diritto al riposo notturno. Chiediamo a sindaco e giunta: cosa si intende fare per conciliare le esigenze di entrambe le utenze? Quale posizione assume questa amministrazione di fronte, in questo caso, alla vicenda Abajour? Esistono intenzioni politiche per poter creare quartieri interamente a vocazione “movida”, mantenendo i residenziali scevri da rumori fastidiosi sotto casa?".

In tutta risposta, durante la seduta consiliare l'assessore Giacomo Costantini, spiegando come effettivamente il circolo che conta circa un migliaio di soci "offra un'offerta culturale di livello", ha annunciato che il sindaco emetterà un'ordinanza per "responsabilizzare" i gestori del locale rispetto a rumori e schiamazzi causati dai clienti (dal momento che Arpae ha rilevato in due casi uno sforamento sul piano dell’impatto acustico), ma anche per fare in modo che la struttura venga insonorizzata a livello adeguato.

Andrea Maestri (Possibile): "Non spegnete l'Abajour"

"Siamo totalmente solidali con il circolo Abajour, che con la sua attività ricreativa, culturale, musicale e aggregativa costituisce ormai un punto di riferimento per tanti giovani (e non solo) nella nostra città - commenta Andrea Maestri di Possibile - Siamo radicalmente ostili all'overdose di ordinanze, ormai molto alla moda, con le quali sempre più spesso si tenta di dare risposte demagogiche e pret-à-porter che, invece di mediare i conflitti e trovare un punto di equilibrio dei vari, a volte opposti, diritti e interessi in gioco, sacrificano irreversibilmente una delle parti, quella che rischia, col suo lavoro, con la sua impresa, spesso piccola o piccolissima. Condividiamo solo una delle affermazioni dell'assessore Costantini: quella secondo la quale relegare tutte le attività ad alto contenuto di divertimento in una zona ad hoc (la Darsena, per esempio) significherebbe spopolare, desertificare gli altri quartieri. Noi riteniamo che la Darsena sia il luogo naturalmente vocato alla musica, alla cultura, al divertimento e che su di essa occorra uno sforzo di creatività straordinario, ma difendiamo i luoghi di aggregazione che resistono nei diversi quartieri perché sono luoghi vivi in una città tanto, troppo sonnolenta. Lo strumento dell'ordinanza rappresenta una scorciatoia che al confronto, alla partecipazione procedimentale dei cittadini, delle associazioni e delle imprese e alla mediazione sociale sostituisce l'autorità. Più le decisioni da assumere sono complesse (come in questo caso), più si dovrebbero attivare canali di mediazione dei conflitti, di partecipazione, più si dovrebbe coinvolgere il Consiglio Comunale (e meno la Giunta) per esprimere un chiaro indirizzo politico dopo una approfondita e libera discussione: l'esatto contrario dell'ennesima ordinanza calata dall'alto".

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