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Cronaca

Gli ultras non ci stanno: "Troppe ordinanze, zona stadio trasformata in scena di guerra"

I tifosi del Ravenna non hanno preso molto bene le recenti ordinanze riguardanti consumo di alcolici e viabilità introdotte dal Comune, su richiesta della Questura, per ragioni di sicurezza

"Dopo anni di sofferenze nei campionati minori, a guastare il clima di entusiasmo e di festa è una raffica di ordinanze prive di buon senso, che hanno trasformato la zona stadio in qualcosa di simile a una scena di guerra da presidiare con decine di uomini in assetto antisommossa e transenne ad ogni incrocio nel raggio di chilometri. A corredo di ciò sono vietati somministrazione, vendita e consumo di alcolici, comportando tra l’altro un danno economico alle attività del quartiere. Il risultato? Uno slalom infinito per potersi avvicinare allo stadio con mezzi propri, numerosi malumori di residenti, tifosi e commercianti per un divieto che copre un intervallo di tempo di complessive 4-5 ore". I tifosi del Ravenna non hanno preso molto bene le recenti ordinanze introdotte dal Comune, su richiesta della Questura, per ragioni di sicurezza. La prima ordinanza riguarda il divieto di somministrazione, vendita per asporto e consumo di alcolici, nonché di altre bevande in bottiglie e bicchieri di vetro, lattine e altri contenitori atti a offendere, nell’area dello stadio Benelli nel periodo di tempo compreso fra almeno due ore prima e un’ora dopo la partita. La seconda ordinanza, invece, riguarda alcune modifiche alla viabilità, in vigore da tre ore prima dell’inizio a un’ora e mezzo dopo la fine della partita e sostanzialmente analoghe a quelle previste l’ultima volta che il Ravenna ha militato in serie C.

"Assurde modifiche alla viabilità, difficoltà nell’individuare parcheggi, un intero quartiere in scacco e blindato come un G8, una città tagliata a metà, perquisizioni multiple all’ingresso, metal detector, declinazione delle generalità per acquistare un biglietto, conseguenti code ai botteghini e ai filtraggi tanto per citare alcune delle cose che riempiono un vaso francamente colmo: tutto ciò ci sembra sproporzionato e ridicolo - attaccano gli ultras - L’incoerenza e la diseguaglianza delle cosiddette misure di sicurezza negli stadi è sotto gli occhi di tutti: abusi mascherati da prevenzione non fanno che alimentare un clima di tensione dentro e fuori lo stadio. Viene logico chiedersi come mai in città anche vicine alla nostra e in categorie superiori, dove hanno qualche decina di migliaia di presenze in più rispetto a noi, non ci siano ordinanze o situazioni simili. Non stiamo chiedendo l’anarchia, solo provvedimenti adeguati alla nostra realtà, un po’ di elasticità e buon senso da parte di chi deve provvedere all’ordine pubblico. I vari motti "dobbiamoessercitutti", "tuttialbenelli" o simili tanto cari alla nostra società vedranno luce solo col binocolo, considerato che tifosi, residenti o cittadini, più che avvicinarsi allo stadio e al Club della propria città stanno percependo tutto questo come una enorme seccatura da evitare come la peste. Ridateci il nostro calcio e la nostra libertà".

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