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Cronaca Centro / Via Don Angelo Lolli, 20

Guerra in Ucraina, la cooperativa riapre l'ex casa del clero per ospitare fino a 50 profughi

In attesa di realizzare in futuro un centro per disabili, la coop La Pieve mette la struttura a disposizione: "Sarà pronta in pochi giorni. Stiamo aspettando che la Prefettura ci comunichi le persone da ospitare"

Si fa sentire sempre più forte la solidarietà della città nei confronti degli ucraini in fuga dalla guerra. Il numero sempre più importante dei profughi provenienti dall'Ucraina impone uno sforzo notevole nell'organizzare l'accoglienza. E così si è messa in moto anche la cooperativa sociale La Pieve, realtà attiva da oltre 30 anni nel territorio di Ravenna, che sta attrezzando una struttura per accogliere chi scappa dal conflitto. La cooperativa mette infatti a disposizione l'ex Casa del clero in via don Lolli, a due passi dal Duomo di Ravenna, un edificio acquistato da La Pieve per realizzare un altro progetto a favore del prossimo.

"Abbiamo dato disponibilità alla Prefettura per ospitare fino a 50 persone", conferma Idio Baldrati, consigliere comunale di Ravenna e presidente della cooperativa. Un centro di accoglienza che potrebbe attivarsi in tempi molto brevi. "La struttura di per sè sarà pronta nell'arco di pochi giorni - continua il presidente de La Pieve - Ora stiamo aspettando che la Prefettura ci comunichi le persone da ospitare".

L'edificio era stato in passato una casa del clero, ovvero una residenza per dare ospitalità a sacerdoti anziani. La casa del clero era stata dimessa diversi anni fa, intorno ai primi anni Duemila, e successivamente, come racconta Baldrati, "era subentrata l'idea di utilizzare quello spazio per ampliare l'Opera di Santa Teresa", progetto che però non andò in porto. L'edificio è stato dunque messo in vendita e acquistato dalla Cooperativa La Pieve, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio.

L'obiettivo originale della cooperativa sociale era quello di ristrutturare l'edificio e adibirlo a struttura d'accoglienza per le persone disabili, un centro di residenza diviso in vari appartamentini. Poi però è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina, con le conseguenze che tutti ben conosciamo. "Dovevamo ancora presentare il progetto definitivo al Comune - spiega Baldrati - quindi, vista l'emergenza attuale, ci siamo resi disponibili per utilizzarlo subito. Speriamo naturalmente che questa sia una cosa temporanea, che la crisi si risolva a breve e che queste persone possano tornare a casa. Ma nel frattempo potremo ospitare qui i profughi per qualche mese".

La struttura, come svela Baldrati era già in discrete condizioni e suddivisa in vari spazi. Ci sono in totale 9 appartamenti con bagno e alcune stanze con bagno in comune. Lo spazio di via don Lolli, precedentemente, aveva già ospitato un Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria) per 50 persone organizzato dalla cooperativa Terzo millennio. Oltre a stanze e appartamenti, nell'edificio si trovano anche una sala da pranzo, una cucina, un paio di salette comuni, un cortile, e uno spazio per organizzare un ufficio che possa permettere l'attività di supporto di un interprete e di un mediatore culturale, ma anche per occuparsi della parte documentale dell'accoglienza alle persone in fuga dal conflitto.

ex casa del clero, interno, accoglienza ucraini-2

In foto una delle stanze della struttura

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