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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il conflitto in Ucraina

Guerra in Ucraina, dalla Regione un piano per il supporto psicologico ai profughi

Già definito dall’assessorato alle Politiche per la salute il programma emergenziale di interventi, con tre obiettivi

Potenziare la resilienza, prevenire l’insorgere di disturbi psicopatologici da stress, orientare e supportare sia i profughi che i professionisti che ne se occupano. Sono gli obiettivi del piano emergenziale di intervento di supporto psicologico a chi fugge dalla guerra in Ucraina messo a punto dalla Regione Emilia-Romagna, dalle Ausl e da Associazioni di psicologi esperti nel campo della Psicologia dell’emergenza, che si aggiunge alle azioni sanitarie e sociali già attivate. Previsto sul territorio regionale il coinvolgimento di 150 psicologi. 

"Fondamentale è accogliere, e farlo nel miglior modo possibile - sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Che significa innanzitutto saper ascoltare e prevenire ulteriori problemi in persone che già vivono un dramma indicibile. Il piano messo a punto dalla Regione si muove su un doppio binario: da un lato raccogliere i bisogni e dall’altro fornire consulenza alla comunità. Ci sono ferite di guerra talmente profonde, soprattutto se vissute dai più piccoli, che faticano a rimarginarsi senza un aiuto specifico e adeguato. A questo puntiamo con il piano, che non ha certo l’ambizione di risolvere problemi così grandi, ma di fornire qualche supporto in più alle persone che stiamo accogliendo, a partire dalle donne e dai bambini". 

Il piano

Si stima attualmente che tra il 10 e il 30% dei profughi possa avere bisogno di un intervento di primo livello, ovvero una consulenza psicologica erogate da persone esperte in materia di Psicologia dell’emergenza, e che tra il 3 e il 5% abbia invece necessità di aiuto di secondo livello, con un’azione più strutturata presso i Servizi di Salute mentale adulti, Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza o Dipendenze patologiche. I più coinvolti sono naturalmente bambini e donne.

Il piano del servizio sanitario regionale prevede un livello base gestito dai Comuni e dalle Prefetture per cui non è previsto l’intervento degli psicologi – se non nella supervisione degli operatori che erogano aiuto, e tre così strutturati: uno di consultazione psicologica; uno attivato solo dal primo livello che riguarda i servizi specialistici di Salute mentale adulti, Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, Dipendenze patologiche, Psicologia clinica, Consultori e Tutela minori; uno per problematiche psichiatriche rilevanti/in acuzie, pochi casi, con l’invio al Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura- Servizio Psichiatrico Ospedaliero Intensivo o residenze psichiatriche/comunità per adulti e minori.

Saranno circa 150 gli psicologi impegnati: almeno 50 del servizio sanitario regionale, circa 120 di associazioni o enti. A tutti sono richieste competenze di psicologia dell’emergenza. Sono stati coinvolti nel Piano i professionisti esperti nel campo della Psicologia dell’emergenza, in grado di gestire gli effetti di quelle situazioni che possono minare il benessere psicofisico delle persone o delle comunità a seguito di eventi quali terremoti, guerre o catastrofi. In particolare, al piano regionale collaborano: le Aziende Usl della Regione Emilia-Romagna, il Gruppo di lavoro Emergenza dell’Ordine Psicologi, Psicologi per i Popoli, Sipem-Er, Associazione Emdr Italia e le Ausl della Regione Emilia-Romagna

Sono strutture che hanno immediatamente aderito alla richiesta dell’Assessorato alla Salute per contribuire a offrire un servizio di supporto alle persone che provengono dall’Ucraina. Per le consulenze psicologiche i profughi ucraini saranno accolti in famiglie, ex hotel Covid o alberghi, Cas, Sai, centri di accoglienza ecclesiastici. Inoltre, il piano punta sul self-care, individuando tra gli stessi profughi tutte le persone con competenze educative, quali insegnanti, educatori professionali, assistenti sociali, psicologi, infermieri e medici, che possano supportare le attività per i minori e gli adulti. Il coordinamento delle attività e delle risorse psicologiche è affidato esclusivamente all’Azienda Usl territoriale, con un proprio coordinatore.

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