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Cronaca

Aggressione nel Parco del Delta, la reazione della città: "Attacco sistematico e criminale alle risorse naturali"

Sull'aggressione alla guida si esprime anche Paolo Guerra (Assoraro): "Servono maggiori risorse per un costante presidio del territorio"

Arriva una ferma condanna dell’episodio di violenza avvenuto giovedì nel Parco del delta del Po, dove una guida ambientale escursionistica della cooperativa Atlantide è stata aggredita, malmenata e minacciata di morte da due pescatori di frodo alla foce del Bevano. Nello stigmatizzare l’aggressione, Legacoop Romagna e Cooperativa Atlantide esprimono "massima solidarietà alla guida, che con coraggio ha cercato di impedire il reato ambientale", e allo stesso tempo chiedono a forze dell’ordine e magistratura di" intervenire con prontezza per assicurare alla giustizia gli autori dei fatti criminosi. L’episodio va inquadrato non come una semplice intimidazione estemporanea, ma all’interno di quello che appare come un sistematico e criminale attacco alle risorse naturali protette, da parte di gruppi malavitosi attirati da facili guadagni a spese del fragile equilibrio del Parco - affermano il presidente di Legacoop Romagna Mario Mazzotti e il presidente della cooperativa Atlantide Massimo Gottifredi - Ancora più gravi a tal proposito vanno considerate le minacce e gli atti violenti subiti dalla guida, visto che in quel momento stava accompagnando un gruppo di turisti inermi, nel pieno svolgimento delle sue funzioni e delle sue prerogative. Da parte nostra vigileremo affinché non possano più avvenire episodi come questo e il Parco rimanga un posto sicuro a disposizione dei visitatori e di tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente".

Solidarietà arriva anche dal preidente di Assoraro Paolo Guerra: "Quanto accaduto alla guida turistica della Cooperativa Atlantide, alla quale esprimiamo il nostro sostegno e ringraziamento per lo spirito civico dimostrato che va ben oltre il suo ruolo, non è che la punta di un iceberg. E’ da tempo che i fruitori e gli appassionati delle valli denunciano il bracconaggio diffuso e non è possibile sorprendersi se, dalle zone nord del nostro comune, attraverso la Baiona, simili episodi giungano sino al Bevano e alla Bevanella. Anche di fronte a questo episodio, vale la pena ribadire la nostra proposta di istituire e far funzionare una Consulta delle Valli e delle Pinete che, oltre ad un continuo confronto sulla migliore gestione di questi luoghi, potrebbe anche favorire coloro che sono chiamati a svolgere attività di controllo indirizzandoli alle zone più critiche. Le ordinanze e le restrizioni senza un costante presidio del territorio rischiano di penalizzare i fruitori rispettosi ed amanti di questi luoghi e lasciare spazio a chi non ha altro obbiettivo se non quello di sfruttare e depauperare il nostro patrimonio ambientale. L'amministrazione di oggi, cosi come quella che verrà dopo le elezioni di ottobre, chiamata a governare il secondo Comune più grande d’Italia per estensione territoriale, dovrà prendere in maggiore considerazione questi aspetti spronando da un lato le autorità di controllo a richiedere, se necessario, maggiori risorse, - conclude Guerra - e dall’altro lato coinvolgendo su questo fronte il Parco del Delta che, anche grazie alle azioni intraprese mesi fa sul versante ravennate, vede ai vertici due persone competenti e soprattutto espressione del territorio ravennate".

Ferrero (Fdi): "Le nostre aree umide sono ormai terra di nessuno"

"E' da tempo che denunciamo la situazione di totale insicurezza ed illegalità in cui si trovano le nostre aree umide - dichiara Alberto Ferrero, portavoce provinciale di Fratelli d’Italia -, zone di pregio naturalistico e di bellezza incomparabile divenute ormai terra di nessuno. Prima i furti, poi gli atti di vandalismo, poi la pesca di frodo ed il bracconaggio, l’incendio della torretta di avvistamento nella Valle Mandriole ed infine la guida naturalistica malmenata da pescatori di frodo presso la foce del Bevano. Questa è la conseguenza di anni di incuria sotto ogni aspetto. Le aree umide nel comune di Ravenna hanno specificità diverse ed in parte problemi diversi, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto ambientale. Tuttavia dal punto di vista della sicurezza si può affermare che vi siano problemi simili e tutti derivati dal mancato controllo del territorio. Per contrastare tali fenomeni sarebbe importante utilizzare sistemi di videosorveglianza nelle vie di accesso, dove possibile e mi sto riferendo soprattutto per la Pallassa, ma anche collaborare con i guardiapesca volontari. Chi in questi anni ha permesso che la situazione sfuggisse di mano, vale a dire l’Amministrazione, non può limitarsi a condannare in gesto. Ci si sarebbe dovuti aspettare delle soluzioni e non delle parole. Le nostre aree umide devono essere inserite in un generale progetto di riqualificazione sia ambientale sia di sicurezza, con investimenti economici, tesi a renderle, fruibili, salubri e sicure, pur nel necessario rispetto dell’ambiente che anche adesso ed ancora di più negli anni a venire, dovrà diventare la bussola di ogni scelta politica".

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