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Cronaca

I cinghiali scendono in riva al mare, esemplare investito a Lido Adriano

L'allarme di Coldiretti: “A rischio l’incolumità pubblica, serve subito il Piano di controllo provinciale!”

In questi ultimi anni, in pianura, stiamo assistendo ad un aumento della presenza degli ungulati, dai caprioli ai cinghiali, con tutte le conseguenze del caso per l'incolumità pubblica. Prova ne è l’incidente stradale avvenuto nei giorni scorsi alle porte di Lido Adriano, località balneare ravennate che dista parecchi chilometri dall'habitat naturale di questi selvatici. 
Secondo Coldiretti, la crescita numerica di tali animali, con una diffusione che ormai si estende dalle colline alle città sino, appunto, al mare, è imputabile innanzitutto alla mancanza di un Piano di controllo a livello provinciale. Ne consegue che, oltre a devastare campi e coltivazioni in collina, i selvatici ora sono divenuti un serio problema anche 'a valle'. 

Entrando nello specifico, nel caso di Lido Adriano solo la fortuna ha fatto sì che il conducente del veicolo se la sia cavata con un grande spavento, lievi danni all'auto e nulla più. Ma molte altre volte, purtroppo, i sinistri provocati da questi animali, da nord a sud dello Stivale, causano anche feriti gravi e decessi. 

È evidente, dunque, come il problema vada risolto 'a monte', aumentando le azioni di contenimento adeguate all'interno delle Aree protette di collina. Solo così si potrà evitare che gli ungulati scendano a valle! Questi animali, infatti, sia per cercare cibo che per sfuggire al lupo, il loro predatore numero uno, raggiungono le pianure seguendo il corso dei fiumi. Non a caso, meno di due mesi fa, un esemplare di lupo era stato avvistato proprio nella pineta tra Ravenna e il mare.

“Purtroppo – denuncia Coldiretti - bastano alcuni numeri per comprendere come ormai la situazione sia sfuggita di mano: quello dei cinghiali, ad esempio, è raddoppiato negli ultimi dieci anni in Italia, raggiungendo un milione di capi e superando le 100 mila unità in Emilia Romagna. E la situazione, sia per le aziende agricole, costrette a lottare costantemente per salvare i raccolti dalle scorribande dei selvatici, che per la sicurezza pubblica e stradale, non potrà che peggiorare se non si introducono quanto prima i necessari correttivi”. 

Coldiretti auspica dunque che la Regione, come promesso, “emani e renda operativo in tempi brevi il Piano di controllo per la provincia di Ravenna, l'unica dell'Emilia-Romagna a non esserne ancora dotata. Così facendo l'ente pubblico dimostrerebbe di avere concretamente a cuore la difesa del territorio, il presidio che le aziende agricole garantiscono, la garanzia dell’incolumità pubblica nonché la tutela del paesaggio e della biodiversità”.

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