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Cronaca

I lavori alla Pialassa Piombone finiscono in un esposto

Le associazioni chiedono "se qualche Ente si sarebbe imbarcato in questa "operazione di riqualificazione", con tanto di arginatura gettata all'interno della zona SIC ZPS"

Un nutrito gruppo di associazioni (Associazione WWF Ravenna, Comitato Difesa Pialassa del Piombone e Baiona, Ravenna Viva, Comitato Vitalaccia Dura, Movimento 5 Stelle Ravenna ed altre che forse si aggiungeranno nei prossimi giorni) hanno sottoscritto l’esposto presentato alla Procura bizantina e al Corpo Forestale dello Stato in merito ai lavori in atto nella zona naturalistica tutelata e vincolata della Pialassa del Piombone.

Le associazioni ricordano che "i lavori all’interno dello specchio d’acqua erano concessi nel periodo tra aprile e luglio, per le evidenti interferenze durante il periodo invernale con la fauna che, appunto durante questo periodo, popola questi luoghi. Si legge infatti: "L’incidenza negativa sulla fauna causata dal disturbo in fase di cantiere ed esecuzione lavori deve essere mitigata predisponendo il calendario delle attività in modo da lavorare in prossimità delle rive (fino a 150-200 metri dalla sponda) nel periodo compreso tra agosto e marzo ed eseguendo le opere nella parte aperta della laguna tra aprile e luglio". Il tutto confermato dai funzionari del Parco del Delta anche durante l’affollata commissione consiliare di qualche settimana fa".

"Ebbene, come da verifiche direttamente sul luogo, il lavori procedono invece a pieno ritmo da mesi in ogni parte della Pialassa, zona SIC ZPS compresa - aggiungono le associazioni -. La direzione lavori si prefissa l’obiettivo di terminare le opere in novembre 2014, capiamo bene quindi che sfruttino qualsiasi minuto disponibile. Del resto, ad avviso di molti, non si tratta certamente di una operazione di risanamento ambientale e di tutela dell’ambiente come invece viene spacciato l’impiego da parte di Autorità Portuale dei milioni di euro spesi nei dragaggi dei fondali e nella ricollocazione dei fanghi estratti, ma appunto, un progetto di ampliamento ed adeguamento del porto commerciale ed industriale".

Le associazioni chiedono "se qualche Ente si sarebbe imbarcato in questa “operazione di riqualificazione”, con tanto di arginatura gettata all’interno della zona SIC ZPS fino a ridurre di più della metà una zona esistente da secoli, se non fossero stati ampiamente disponibili gli ingombranti fanghi di dragaggio". Quindi si chiedono se l’Autorità Portuale di Ravenna, "si sarebbe occupata di domandare al Ministero i denari per acquistare migliaia e migliaia di metri cubi di materiale con cui realizzare l’argine per “riqualificare ambientalmente” il Piombone".

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