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Cronaca Faenza

Il 'bike explorer' che gira il mondo finanziandosi con le sue foto: "In Africa mi hanno arrestato, in Russia ho trovato la guerra"

Lorenzo Barone, influencer per via dei tanti seguaci ma più propriamente ’bike-explorer’ 24 enne, nonostante la giovane età dalla ‘sua’ Terni ha percorso oltre 100mila chilometri in bicicletta attraversando tre continenti.

Ha girato il mondo in sella alla propria bicicletta, e adesso in ogni città in cui viene invitato a raccontare dei propri viaggi continua a raccogliere applausi e sold out. Si tratta di Lorenzo Barone, influencer per via dei tanti seguaci ma più propriamente ’bike-explorer’ 24 enne il quale, nonostante la giovane età, dalla ‘sua’ Terni ha percorso oltre 100mila chilometri in bicicletta attraversando tre continenti.

L’ultima impresa di Barone, si fa per dire, è stata riempire sabato sera il capannone della ditta Biotex a Faenza, nel quale un centinaio e più persone lo hanno accolto interessate ad ascoltare l’ultimo viaggio in sella alle due ruote: dall’Africa alla Mongolia. Viaggi in condizioni estreme a cui non è nuovo il giovane esploratore da record, visto che a 18 anni ha preso la bici ed partito in direzione Capo Nord via Berlino per poi fare ritorno percorrendo la Finlandia. “Un viaggio di 8 mesi di cui vado fiero, me la sono cavata” ha raccontato solare Barone prima di ripercorrere, questa volta a parole, le altre imprese tra cui quella in India e sull’Himalaya: “Mi avevano regalato un biglietto aereo per la Corea e Giappone, ma non avevo soldi per tornare indietro, così ho pensato di tornare in bici”.

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Grazie al lockdown nei vari tour ha conosciuto e quindi sposato in Siberia Aygul, che lo ha seguito anche nell’ultima parte dell’ultimo viaggio. Da Città del Capo alla Namibia, poi in Botswana dove “ho smesso di campeggiare ed ho iniziato a chiedere ospitalità”, poi in Zambia: "Qui ho visto l’Africa che mi aspettavo con i suoi colori forti”, ed anche per quanto concerne il cibo dice che “i platani hanno il sapore delle patate”. Barone ha poi proseguito lungo il confine tra Tanzania e Uganda, fino ad arrivare a Nord del Kenya e così in Etiopia. “Il problema è stato il cibo, si trova più Coca-Cola, Fanta e Sprite che acqua”. In Etiopia inoltre il viaggio ha subito una brusca frenata: “C’era la guerra civile e più salivo verso nord, più me ne accorgevo perché le persone giravano armate - ha detto l’esploratore in bicicletta -. Prima di arrivare in Sudan mi hanno anche arrestato per 18 ore senza motivo. Sono stato scortato da 4 militari e mi sentivo una gazzella tra i leoni”.

Grazie all’aiuto di una guardia di frontiera il viaggio è poi proseguito verso il Sudan: “Ho pedalato di notte perché ho avuto qualche problema coi venti”, e infine in Egitto dove “i turisti non possono girare liberamente fuori dai percorsi turistici, quotidianamente sono stato seguito e identificato ai check point della polizia, questo mi ha creato un grande stress”. Una volta superata però la zona egiziana, Barone ha ripreso il viaggio dalla vicina Turchia lungo l’Anatolia ed altri paesi giungendo fino alla Russia dove ad attenderlo c’era sua moglie. Insieme sono ripartiti alla volta della Mongolia, senza però riuscire a terminare il viaggio a causa dello scoppio del conflitto Russo-Ucraino. “Avremmo dovuto pedalare 1600 chilometri in una zona militare russa, per accedere alla quale c’era bisogno di permessi speciali. Essendoci la mobilitazione abbiamo quindi deciso di tornare in Italia. Concluderò questo viaggio in tempi migliori”. Sono stati tanti gli applausi che nel corso della serata hanno scaldato i racconti di Barone, il bike explorer che si autofinanzia vendendo le sue foto e che ispira centinaia di persone anche a Faenza come nel resto del mondo.

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