Il comitato manifesta all'ex ostello Dante: "Creare una realtà autogestita"
L'obiettivo è quello di dar vita a una realtà autogestita per le persone che attraversano difficoltà socio-economiche
Il Comitato di intervento per l'ex ostello Dante, composto dal Collettivo Autonomo Ravennate (promotore del comitato), Potere al Popolo Ravenna e Italia Nostra sabato mattina ha organizzato un presidio all'interno della struttura da tempo inutilizzata, con l'obiettivo di dar vita a una realtà autogestita per le persone che attraversano difficoltà socio-economiche.
"La società capitalistica in cui viviamo si è dimostrata incapace di provvedere concretamente alla miseria che essa genera, facendo sprofondare in condizioni di vita indigenti, sempre più ampi strati di popolazione - afferma il comitato - Parliamo di: lavoratori, licenziati e precari, donne con figli senza uno straccio di sussidio, stranieri senza documenti costretti alle peggiori condizioni di lavoro perché ricattabili, famiglie in emergenza abitativa in seguito allo sfratto, persone senza dimora private di un posto caldo, di un letto e di servizi igienici, famiglie in difficoltà economiche dovute alla pandemia e all'aumento delle bollette, studenti universitari che devono pagarsi gli studi e l'affitto".
"Le istituzioni, che dovrebbero garantire un vita dignitosa ad ogni individuo della società, lavorano invece al servizio dei padroni delle grandi aziende private, scaricando i costi delle crisi che generano sulle spalle di queste classi subalterne distruggendo ogni giorno i diritti sociali conquistati con le lotte - prosegue il comitato per l'ex ostello - Se alle istituzioni non interessano le nostre condizioni di vita, dobbiamo occuparcene noi direttamente senza delegare i nostri interessi a nessuno".
In base a queste motivazioni il comitato ha individuato nell'ex Ostello Dante "un luogo idoneo alla realizzazione di una realtà collettiva autogestita, fondata sull'uguaglianza e la democrazia diretta, dove i rapporti non passano attraverso l'usuale discriminante del profitto e dello sfruttamento e neppure dalla degradante e pelosa carità. Una struttura dedicata agli emarginati di questa società, che fornendo servizi, beni primari e corsi formativi (es: per pittori, ceramisti, musicali e teatrali), percorsi di reinserimento, si ponga l'obbiettivo di ridare dignità alle vite degli ultimi, in autonomia dagli organismi del potere".