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Cronaca

Il Comune di Ravenna alla Marcia per la Pace di Assisi

Domenica 25 settembre si svolgerà la 50° Marcia per la Pace Perugia Assisi cui parteciperà l'assessore al volontariato e pari opportunità Giovanna Piaia insieme con l'associazione Mistral di Ravenna

Domenica 25 settembre si svolgerà la 50° Marcia per la Pace Perugia Assisi cui parteciperà l’assessore al volontariato e pari opportunità Giovanna Piaia insieme con l’associazione Mistral di Ravenna.
Alla manifestazione aderisce anche l’assessore alla cooperazione internazionale, Valentina Morigi, che si unisce all’assessore Piaia per invitare i cittadini a partecipare utilizzando il servizio di trasporto organizzato da alcuni soggetti locali.
 
“Quando si partecipa a questo evento – dichiarano Piaia e Morigi - si è portatori collettivi di ideali, si compie uno sforzo anche fisico per dare forte visibilità alla grande partecipazione popolare che anima questo evento. La condanna alla guerra non è una scontata ovvietà. Le guerre sono vicine e lontane, sono tanto tecnologiche quanto distruttive, tanto costose da superare i bisogni di risanamento dei debiti pubblici del nostro Stato. Con dettagliata conoscenza dei conti pubblici e senza ingenua e semplicistica denuncia Padre Zanotelli ci informa che in Italia spendiamo oltre 50.000 euro al minuto, 3 milioni all’ora, 76 milioni al giorno. Queste spese non vengono mai esplicitate, esistono e sembrano appartenere a un bilancio separato dello Stato.

La presenza delle donne alla manifestazione arricchisce ulteriormente di argomenti le tematiche pacifiste che sempre più si compongono di un’ampia galassia di movimenti politici. Sull’innata vocazione pacifica delle donne e sugli stereotipi “donne vittime dei conflitti, donne portatrici di pace” occorre riflettere.
La natura violenta della guerra colpisce le donne con le feroci pratiche dello stupro di guerra e consegna alla memoria collettiva i femminicidi della Jugoslavia, del Ruanda e quelli attuali della guerra in Libia.
Il dibattito internazionale femminile non si limita alla sola denuncia della vulnerabilità delle donne ma collega tale condizione ai costi economici delle guerre, alla vendita delle armi, alla giustizia ambientale e climatica.

La questione umanitaria impegna le donne nelle azioni di cura e di riparazione, ma la loro mobilitazione è volta promuovere strategie e pratiche di negoziazione fra stati assegnando primaria importanza all’educazione alla pace nei micro e macro contesti mondiali”.
 

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