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Cronaca Alfonsine

Il militare canadese che combattè per la liberazione dona l'uniforme al Museo di Alfonsine

Il militare Gordon Bannerman, che combattè per la liberazione di Bagnacavallo e Villanova durante la seconda guerra mondiale, ha donato al museo la sua storica uniforme di sergente maggiore

Il militare Gordon Bannerman, che combattè per la liberazione di Bagnacavallo, Villanova e zone limitrofe durante la seconda guerra mondiale, ha donato al Museo della battaglia del Senio di Alfonsine la sua storica uniforme di sergente maggiore del 17esimo Reggimento di Artiglieria dell'Esercito Canadese, completa e perfettamente conservata. La consegna è avvenuta da parte dell'associazione Wartime Friends di Bagnacavallo nel corso di una breve cerimonia che si è tenuta nella mattinata di sabato 8 luglio. Il veterano canadese, che ha quasi 96 anni, non era presente ma riceverà un video e le fotografie dell'iniziativa. Introdotta dalla responsabile dell'area cultura e comunicazione del Comune di Alfonsine Antonietta di Carluccio, nella sua veste di direttore del museo, e da Mariangela Rondinelli di Wartime Friends, la cerimonia ha visto la partecipazione dei sindaci di Alfonsine e Bagnacavallo, Mauro Venturi ed Eleonora Proni, di Guido Ceroni e Giuseppe Masetti, rispettivamente presidente e direttore dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età contemporanea in provincia di Ravenna e di Michele Bentini, sempre del Museo del Senio. L'uniforme di Bannerman sarà già dai prossimi giorni in esposizione permanente nella teca del museo dedicata alle divise militari della seconda guerra mondiale.

"Al momento di lasciare l’Italia mi sentii triste - scrive Gordon Bannerman - e fra tutti i pensieri quello più triste era che lasciavamo sul suolo italiano 5000 nostri compagni, che lì sarebbero rimasti per sempre. Ma ho potuto verificare negli anni successivi che i nostri soldati sono onorati, e di loro si occupano con premura e affetto i cari amici di Bagnacavallo e Villanova. Sono tornato in Italia tre volte dopo la guerra e ho apprezzato l’affetto rivolto a noi veterani. Quando torniamo in Italia, l'amore e l'amicizia nei nostri confronti ci fanno sentire come quando eravamo giovani, tanti anni fa. Essere considerato un amico è qualcosa che custodisco nel mio cuore".

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