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Cronaca

Il Partito Comunista celebra il 25 aprile ricordando il sacrificio dei partigiani italiani e contro il revisionismo storico

Il segretario della Federazione di Ravenna ha omaggiato con un mazzo di fiori ed un minuto di silenzio la tomba dell'eroe partigiano sovietico “Nicolaj”, morto ventenne in combattimento a Villa Prati nel 1944

Domenica mattina, presso il cimitero di Bagnacavallo, il segretario della Federazione di Ravenna del Partito Comunista (PC), insieme ad una ristretta delegazione, ha omaggiato con un mazzo di fiori ed un minuto di silenzio la tomba dell'eroe partigiano sovietico “Nicolaj”, morto ventenne in combattimento a Villa Prati nel 1944. Era presente alla cerimonia anche Mario Ciro Riccipetitoni, classe 1925, valoroso partigiano di Bagnara di Romagna, Medaglia della Liberazione, componente del distaccamento "Celso Strocchi" della 28a Brigata Garibaldi "Mario Gordini", patriota della libertà. La storia di Nicolaj è purtroppo poco conosciuta. L'eroico partigiano russo era sfuggito alla sorveglianza dei tedeschi di cui era prigioniero, Giovanni Mazzotti lo nascose e lo fece entrare come combattente nel GAP di Rossetta di Bagnacavallo, di cui egli stesso era membro. Poco tempo dopo Nicolaj, insieme ad altri gappisti, prese parte all'assalto di un camion tedesco. Ferito gravemente, fu trasportato dai compagni in un rifugio sicuro ed affidato alle cure della staffetta partigiana Maria Geminiani. Il giovane ventenne sovietico - il cui nome vero era Grigorj e che proveniva dalla città di Krasnodar - non riuscì a riprendersi e morì per le ferite riportate.

"Con l'omaggio alle spoglie del giovane Nicolaj e alla presenza del partigiano Mario Riccipetitoni - si legge nella nota stama - si è voluto omaggiare il sacrificio di tutti gli uomini e le donne che, nelle fila partigiane, hanno dato la propria vita per liberare l'Italia dal Nazifascismo. Allo stesso tempo, però, si è voluto commemorare il popolo sovietico, il suo immenso sacrificio nella lotta contro il nazismo (oltre 20 Milioni di morti) senza il quale oggi non saremo qui e, nonostante tutto questo, il loro aiuto internazionalista al fianco dei partigiani italiani (furono ben 5000 i partigiani sovietici in Italia). Un omaggio per dire che il Partito Comunista si batterà fino all'ultimo respiro contro il revisionismo storico in atto, che vuole mettere sullo stesso piano le vittime con i carnefici ed equiparare vergognosamente il comunismo con il nazismo. La sinistra liberista - capitanata dal Partito Democratico - che vota in blocco le risoluzioni della UE negazioniste e revisioniste e che usa strumentalmente l'antifascismo solo per ottenere voti e consensi, offende la memoria dei milioni di comunisti che hanno sacrificato la propria vita per la libertà e per far nascere un mondo più giusto e non più governato dall'imperialismo guerrafondaio. L'Antifascismo, oggi, è in primo luogo anti-imperialismo e anticapitalismo. Ci sembrano più che mai attuali le parole dello scrittore tedesco Thomas Mann - liberale e borghese, non certo un filocomunista - tratte da "Pace mondiale e altri scritti" del 1945: "Collocare sul medesimo piano il comunismo russo e il nazifascismo in quanto entrambi sarebbero totalitari, nel migliore dei casi è superficialità, nel peggiore è fascismo. Chi insiste su questa equiparazione può ben ritenersi un democratico, in verità e nel fondo del cuore è in realtà già fascista, e di certo solo in modo apparente e insincero combatterà il fascismo, mentre riserverà tutto il suo odio al comunismo".

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