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Cronaca

Imu, gli artigiani: "Stangata con aumenti del 60%"

CNA e Confartigianato esprimono forti preoccupazioni in merito all'applicazione dell'IMU da parte dei Comuni. "Sarà, infatti. una vera e propria batosta quella che subiranno le imprese del nostro territorio quando verrà applicata"

CNA e Confartigianato esprimono forti preoccupazioni in merito all’applicazione dell’IMU da parte dei Comuni. “Sarà, infatti. una vera e propria batosta quella che subiranno le imprese del nostro territorio quando verrà applicata la nuova imposta sugli immobili. Si parla, infatti, per la Provincia di Ravenna di un incremento di circa il 60% rispetto all’attuale sistema di tassazione. Un aumento di poco superiore alla media regionale che dovrebbe attestarsi attorno al 56%”, dicono  Mauro Cassani (presidente Cna Ravenna) e Daniele Rondinelli (presidente Confartigianato).

S”i tratta di stime, comunque prudenziali, in quanto sono state considerate le aliquote base dello 0,76% che non tengono conto dei possibili incrementi che i Comuni potranno eventualmente deliberare. Possibilità non remota visto che l’ultima manovra governativa ha ulteriormente ridotto di ulteriori 1.450 milioni di euro i trasferimenti alle amministrazioni comunali. Un taglio che non può in alcun modo giustificare l’applicazione dell’aliquota massima prevista per l’IMU. Le difficoltà per tutto il sistema imprenditoriale rischiano di essere pesanti”.

Questo il conto: i più colpiti saranno: negozi e botteghe (+83%), magazzini, rimesse e tettoie (+82%), gli uffici (+81%). Infine, i nostri imprenditori non avranno neppure la consolazione che tutto il gettito del tributo da loro versato resti sul territorio. Infatti il decreto riserva allo Stato la metà del gettito dell’IMU sugli immobili diversi dall’abitazione principale.

“Le indiscrezioni trapelate dai primi incontri che i Comuni stanno avviando con le parti sociali, ipotizzano che la manovra di quest’anno si fonderà sostanzialmente sull’applicazione delle aliquote massime previste per l’IMU per tutti gli immobili compresi quelli delle aziende. E’ comprensibile la difficoltà dei Comuni per far quadrare i bilanci ma non è accettabile che a pagare siano solo le Aziende”, dicono le associazioni di artigiani.

“Invitiamo quindi le Amministrazioni Comunali ad evitare che il nostro sistema produttivo sia caricato oltre misura di aumenti d’imposte, mettendo altresì in campo tutti quei correttivi che differenzino l’applicazione degli aumenti soprattutto per quelle Aziende che, per continuare a sopravvivere, stanno utilizzando ogni risorsa a loro disposizione”.

“Per questo crediamo sia indispensabile che le Amministrazioni comunali provvedano a programmare un intervento ad ampio raggio sulle leve fiscali a loro disposizione proprio nella logica di evitare un uso eccessivamente sbilanciato della imposta sul patrimonio che, come si evince dalle nostre simulazioni, graverebbe pesantemente sul sistema imprenditoriale locale colpendo in particolare i beni strumentali. Va poi ricordata la difficile situazione che sta attraversando il mercato immobiliare”.

“Per questo motivo, sia per quanto riguarda l’applicazione dell’IMU sulle aree fabbricabili, sia per gli immobili invenduti, che a discrezione dei Comuni nel corso dei primi tre anni non sono soggetti al pagamento dell’IMU, sarebbe opportuno che almeno nel territorio della nostra Provincia si determinassero modalità applicative uniformi che tenessero conto proprio della crisi profonda che il settore delle costruzioni sta attraversando. Riteniamo che, stante l’attuale situazione di crisi, il Governo debba affrontare decisamente e urgentemente anche la revisione del patto di stabilità, allentandone i vincoli, per consentire alle amministrazioni locali virtuose di poter riavviare concreti piani di investimento sul territorio e ridurre i tempi di pagamento nei confronti delle imprese”..

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