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Cronaca

Imu sulle cooperative della casa, Ancisi rintuzza Paglia (Sel)

"“Un parlamentare dovrebbe sapere quello che dice e soprattutto conoscere le leggi su cui è chiamato ad operare. Non sembra sia così per il neodeputato ravennate di Sinistra Ecologia Libertà (SEL), Giovanni Paglia"

“Un parlamentare dovrebbe sapere quello che dice e soprattutto conoscere le leggi su cui è chiamato ad operare. Non sembra sia così per il neodeputato ravennate di Sinistra Ecologia Libertà (SEL), Giovanni Paglia, stando a quanto è riuscito a far diffondere all’opinione pubblica a proposito dei lavori parlamentari in corso sulla correzione dell’IMU”, è l'attacco politico che viene da Alvaro Ancisi, capogruppo della Lista per Ravenna.

Per Ancisi Paglia avrebbe sostenuto che 'La discussione che si aprirà sulla revisione dell'Imu, a partire dal decreto annunciato per venerdì dal premier Letta, sia anche l'occasione per sanare un'ingiustizia che grava sulla testa dei soci-inquilini delle cooperative a proprietà indivisa, in maggioranza lavoratrici e lavoratori a reddito medio-basso. L’Imu, così come pensata e introdotta dal governo Monti, ha rappresentato una grave penalizzazione per i soci-inquilini, costretti indirettamente a corrispondere le aliquote previste per le seconde case, senza nemmeno poter usufruire della detrazione per ì figli residenti”.

Per Ancisi è “giusto parlarne, perché a Ravenna sono numerose le famiglie associate alle cooperative di edilizia sociale Snoopy Casa, Unicasa e Casacooptre. Ma le cose stanno in maniera contraria da come le spaccia Paglia. È stato il Comune di Ravenna che, applicando l’aliquota dello 0,5 per cento alle abitazioni principali, ne ha escluso quelle assegnate dalle cooperative a proprietà indivisa ai loro soci, a cui è stata applicata invece l’aliquota massima dell’1,06 per cento, come se fossero seconde case (o terze, ecc.). Per queste, già in partenza, diversi altri Comuni avevano deciso aliquote ridotte, anche di molto. Ad esempio, Faenza (0,58 per cento) e Milano (0,40)”.

E ancora: “Ma il governo Monti ha poi emesso il decreto n. 201 del 6 dicembre 2011, con cui lo Stato ha rinunciato ad incassare dai Comuni la propria quota parte di IMU, pari allo 0,38 per cento dell’aliquota base dello 0,78, per gli alloggi “delle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibiti ad abitazione principale dei soci”. Il decreto stesso ha esteso, inoltre, a tali alloggi la detrazione di 200 euro per i figli. Nel momento in cui lo Stato ha rinunciato alla sua quota parte dello 0,38 per cento, il Comune non avrebbe, dunque, dovuto appropriarsene, riducendo, quanto meno, l’aliquota capestro dall’1,06 per cento allo 0,68. Non lo ha voluto fare, nonostante le insistenti richieste delle cooperative di edilizia sociale e le mie”.

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