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Cronaca

Inaugura la mostra dantesca: "La cultura sarà un grande vettore trainante per la ripresa"

"Nel Piano di rinascita nazionale la cultura ha un posto importante, ma il Paese rinascerà se sapremo dare valore anche un valore economico alla gestione dei beni culturali" afferma l'assessore regionale Felicori

Con la visita delle autorità nella mattinata di venerdì è stata inaugurata ufficialmente al pubblico la mostra “Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio” che viene ospitata nell’antica chiesa camaldolese di San Romualdo a Ravenna fino al 4 luglio. L’esposizione, a cura di Massimo Medica, direttore dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna, ripercorre alcune delle tappe salienti degli anni tormentati dell’esilio dantesco: il lungo peregrinaggio per corti e città passando per Roma, Forlì, Verona, Padova, Treviso, Bologna, Lucca, Pisa, Venezia, fino all’ultimo approdo a Ravenna, dove si è spento settecento anni fa e si trova il suo monumento funebre. 

Apre la mostra dantesca "Le arti al tempo dell'esilio" (foto di Massimo Argnani)

Da questi luoghi d’esilio muovono le suggestioni e la ricostruzione critica dell’intero progetto espositivo, suddiviso in 7 sezioni. Tra le opere presenti in mostra, che con molta probabilità il poeta ebbe occasione di ammirare durante i suoi soggiorni eche tanto influirono nel suo immaginario visivo per la scrittura della Commedia, si trovano capolavori assoluti di artisti di fama, che caratterizzarono l’arte italiana tra il XIII e il XIV secolo: da Giotto e Cimabue a Nicola Pisano e Arnolfo di Cambio, fino a Giovanni e Giuliano da Rimini, oltre a preziosi oggetti di oreficeria e miniature.

“Oggi abbiamo una responsabilità speciale - ha detto l’assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori, presente venerdì a Ravenna -. Nel Piano di rinascita nazionale la cultura ha un posto importante e chi gestisce i beni culturali, il mondo dello spettacolo e della produzione audiovisiva sa che il Paese rinascerà se sapremo dare valore non solo civile, ma anche economico alla gestione dei beni culturali e della cultura in generale”.

“Questo Piano della rinascita - ha aggiunto -, è forse è l'ultima occasione per sviluppare la cultura come grande vettore trainante. E anche laddove nel Piano non si parla di cultura ma di rivoluzione digitale, siamo chiamati in causa: immaginate solo mettere a disposizione del mondo la digitalizzazione dell’archivio della Diocesi di Ravenna, unico completo della storia dell'occidente europea o gli archivi e le nostre biblioteche. Una sfida enorme per la quale dobbiamo attrezzarci. Forse queste mostre patiranno sul lato del turismo ancora a causa della pandemia - ha concluso -. Ricordiamoci però che nei potenziali visitatori ci sono anche i due terzi degli italiani che sono attualmente esclusi dalla vita culturale. Se ci occupiamo anche di questo la funzione sociale del nostro lavoro verrà esaltata”. 

L’inaugurazione di venerdì ha visto tra gli altri gli interventi del ministro della Cultura, Dario Franceschini (messaggio video); del sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt e del curatore della mostra, Massimo Medica. L’incontro si è aperto con Marco Martinelli, direttore artistico del Teatro delle Albe di Ravenna, che ha recitato il canto XI del Purgatorio.

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