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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Lugo

Riparte la lotta della Bassa Romagna contro i bocconi avvelenati

Uccidere animali selvatici o domestici con esche avvelenate è un reato penale punito con la reclusione da quattro mesi fino a due anni

Da alcuni anni è stato istituito un tavolo di coordinamento provinciale con la prefettura, le amministrazioni comunali, le forze dell’ordine e le associazioni per monitorare il fenomeno e assicurare la tracciabilità di ogni evento, in quanto l’uso delle esche avvelenate è un reato perseguibile per legge ed è potenzialmente pericoloso per le persone e l’ambiente. Collaborano alla gestione dell’intero sistema i veterinari liberi professionisti, il Corpo forestale dello Stato, la Polizia municipale, i veterinari dell’Ausl, l’Istituto zooprofilattico, la Polizia provinciale e i Comuni.

I cittadini sono tutti invitati a collaborare alla lotta contro questo fenomeno e a prendere alcune precauzioni, come l’utilizzo della museruola per le passeggiate con il proprio animale da compagnia (soprattutto in campagna) e l’utilizzo di guanti per raccogliere eventuali esche sospette. Ai primi sintomi sospetti di avvelenamento del proprio animale è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio veterinario di fiducia.

Uccidere animali selvatici o domestici con esche avvelenate è un reato penale punito con la reclusione da quattro mesi fino a due anni. Il reato di maltrattamento di un animale è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o la multa da cinquemila a trentamila euro. L’articolo 674 del codice penale punisce inoltre chi getta sostanze tossiche nel suolo pubblico. Per ulteriori informazioni sulla campagna informativa e il primo appuntamento, inviare una email a ambiente@unione.labassaromagna.it. Per ulteriori informazioni sull’iniziativa del 20 ottobre, scrivere a info@cinoservizio.com.

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