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Cronaca Lugo

Legalità, le richieste degli imprenditori: "Servono leggi più severe"

Con riferimento alla minaccia per la sicurezza delle attività e della zona in cui si opera, in ordine di importanza al primo posto tra le risposte i delinquenti comuni, a seguire i nomadi

Servono "leggi maggiormente severe che garantiscano la certezza della pena". E' quanto chiedono gli imprenditori del lughese, che martedì sera hanno preso parte ad un incontro promosso dalla Confesercenti sull’importante tema della sicurezza, legalità e usura alla presenza di tutte le rappresentanze delle forze dell’ordine locali e provinciali, i sindaci di Lugo e Sant’Agata sul Santerno ,oltre ai rappresentanti dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna Luca Piovaccari e Daniele Bassi e le associazioni di categoria del territorio.

Il presidente di zona dell’Associazione Giacomo Melandri e il presidente regionale della Confesercenti Roberto Manzoni hanno fornito una dettagliata relazione sul fenomeno e sulle iniziative dell’associazione, presentando al termine i risultati dell’indagine campione svolta su 150 operatori su questi temi Il procuratore Capo Alessandro Mancini ha svolto un approfondito intervento sui temi dell’usura e del riciclaggio, richiamando sia gli aspetti legislativi che concreti sulle manifestazioni dei due fenomeni anche attraverso esempi sulle forme presenti nel territorio , come sulle correlazioni esistenti. Forte la sottolineatura “la legalità non si proclama, bisogna viverla tutti i giorni e deve far prevalere l’etica della responsabilità”.

Da parte sua, il Prefetto Francesco Russo ,sottolineando l’importanza delle iniziative promosse dalla Confesercenti e il valore della collaborazione con i sistemi associativi, ha evidenziato le attività svolte dal coordinamento delle forze dell’ordine sia sul tema sicurezza sia sui furti e sull’abusivismo.  Molto forte l’invito rivolto agli operatori e cittadini "a segnalare qualsiasi situazione sospetta, anche dai semplici episodi anomali", assicurando la massima attenzione da parte delle autorità locali. Bassi, referente delle politiche per la sicurezza dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, ha ripreso le tematiche invitando le istituzioni ad ogni livello, le forze dell’ordine, la magistratura e le parti sociali "a qualificare la diffusione della conoscenza del fenomeno. Rispetto delle regole da parte di imprese e cittadini uniti alla trasparenza amministrativa devono riportare e aumentare il senso di fiducia, combattendo la sensazione di insicurezza con gradualità e costanza". 

QUESTIONARIO - Sul campione di questionari raccolto a livello provinciale, il 65% proviene dalla zona di Lugo (il 73% da operatori del commercio, il 15% da pubblici esercizi e turistici, il 12% da operatori dei servizi). In tema di percezione di sicurezza, la metà esatta ritiene che le attività criminali e illecite siano aumentate, il 28% molto aumentate, il 17% rimaste uguali, il 5% diminuite. Con riferimento alla minaccia per la sicurezza delle attività e della zona in cui si opera, in ordine di importanza al primo posto tra le risposte i delinquenti comuni, a seguire i nomadi. Quote significative anche per spacciatori di droga e per fasce di immigrazione.

Tra chi ha risposto circa l’essere stato vittima di reati, il 43% è stato vittima di furto, il 10% di truffe, il 7% di frodi informatiche, il 3% di minacce. Per tanta parte episodi e fatti denunciati (75%). Il 40% ha adottato sistemi di allarme e videosorveglianza, il 29% polizze assicurative, il 14% blindature, il 4% collegamenti con le forze di polizia. Il 38% ritiene che la criminalità organizzata si sia ormai radicata anche in provincia e l’11% no, mentre il 42% ritiene ciò solo marginalmente, il 9% non si esprime. E lo sia per il 50% radicata in edilizia, appalti, autotrasporto e traffico di droga, come l’altro 50% lo ritiene anche in altre attività economiche e turistiche.

Tra le iniziative ritenute più utili a migliorare la sicurezza e a contrastare la criminalità nel territorio, la più gettonata è certezza della pena e che i delinquenti siano puniti anche per reati di microcriminalità, a seguire l’aumento degli organici e della presenza delle forze di vigilanza, combattere la corruzione e azioni di convincimento per la denuncia di tutti i reati, leggi più chiare per il lavoro di magistratura e forze di polizia, coinvolgere i cittadini nella cultura della legalità. Relativamente al capitolo usura intanto il 60% dei questionari raccolti dice che vi è stata in questi 5 anni una restrizione significativa del credito bancario per le piccole medio imprese. Il 7% dice di essere a conoscenza di casi di usura nel territorio, il 70% no. Così come il 32% è venuto a conoscenza di colleghi indebitati che alla fine sono stati costretti a cedere l’attività (qui i motivi possono essere diversi). Circa il perché si fa ricorso all’usura, la gran parte ritiene che sia per crisi dell’azienda, a seguire per pagare le tasse e per problemi familiari. 

E il 31% ritiene che il fenomeno dell’usura nel territorio in cui opera l’attività sia in aumento, il 54% non lo sa, il 9% dice che è stazionario.
Alla domanda sulle poche denunce contro gli usurai (anche da noi) prevalgono: per paura e vergogna e a seguire per inadeguatezza degli aiuti dello Stato, sfiducia nelle istituzioni, sudditanza. Altro dato indicativo in tutti i sensi, e su cui lavorare sodo, alla domanda: nel caso fosse vittima di usura se la sentirebbe di sporgere denuncia alle autorità di polizia? Il 76% risponde sì, il 14% no e il 10% non ha risposto.
Ne parlerebbe con l’Associazione l’85%, il 5% no e il 10% non ha risposto. La Legge Antiusura 108 del 1996 non è conosciuta dal 40% dei rispondenti, mentre il 56% ne ha sentito parlare. Come misure da adottare per combattere o limitare l’usura le risposte in grande prevalenza (70%) dice maggiore accesso al credito bancario, a seguire aiuto e assistenza alle vittime, azioni di prevenzione e maggior impegno contro questo reato.

"Come si evince da queste risposte, che costituiscono comunque uno spaccato di percezione e opinioni, la guardia va tenuta alta e continuamente, per limitare l’insediamento economico, sociale e culturale della criminalità organizzata e non - evidenzia Confesercenti -. Le iniziative dell’Associazione, come la forte disponibilità e attenzione di tutte le forze deputate, sono un valido deterrente e antidoto, così come il presidio del territorio, ma su questo serve anche l’impegno di ogni cittadino, anche per le caratteristiche dei fenomeni, a partire dalle segnalazioni e dalle denunce".

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