Indagine amianto, la Procura effettua un sopralluogo nell'area del petrolchimico di Ravenna

I pubblici ministeri di Ravenna, Monica Gargiulo e Lucrezia Ciriello, affiancati dal procuratore capo Alessandro Mancini, sono stati impegnati sabato mattina in un sopralluogo su terreni nei quali potrebbero essere stati seppelliti in passato rifiuti contenenti amianto. Il controllo è stato svolto in un'area dell'Eni all'interno del petrolchimico di Ravenna. Le verifiche hanno interessato altre due aziende: una dello stesso gruppo, ma con diversa ragione sociale, un'altra confinante con la proprieta', tutte non ancora esistenti al momento dei fatti ipotizzati (fine '80-inizio anni '90). "Al momento - ha riferito Mancini - non è emerso alcun risvolto di particolare gravità".

Saranno prossimamente acquisiti altri reperti fotografici del tempo ed eseguiti carotaggi di terreni in specifiche aree per analizzarne il contenuto. "Sembra profilarsi - ha precisato Mancini - la prevalenza di interramento di inerti", anche se all'epoca tra questo tipo di materiali "rientrava pure il cemento-amianto". Il procuratore ha anche evidenziato che sull'area ci sono "analisi di routine dell'Arpa: un'attivita' di ispezione e di vigilanza" destinata ora a integrare il fascicolo penale.

Durante il sopralluogo di sabato, è stata effettuata una comparazione di foto di una ventina di anni fa con le attuali aree allo scopo di individuare possibili punti critici. L'indagine, aperta contro ignoti per l'ipotesi di reato di disastro ambientale, è iniziata in seguito alle dichiarazioni rese da un lavoratore del petrolchimico, ora in pensione, durante una recente udienza del maxi-processo in corso per morti e malati di amianto tra lavoratori e familiari del polo chimico ravennate, oltre che per gli eventuali danni all'ambiente.