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Cronaca

Plastica e rifiuti nel cantiere del Parco Marittimo: dopo l'esposto aperta un'indagine

Dopo l'esposto presentato da Italia Nostra, i Carabinieri per la Biodiversità di Punta Marina hanno aperto un'indagine sul caso dei rifiuti plastici trovati in mezzo al materiale utilizzato per rifare il fondo degli stradelli del Parco Marittimo di Ravenna

Dopo l'esposto presentato da Italia Nostra, i Carabinieri per la Biodiversità di Punta Marina hanno aperto un'indagine sul caso dei rifiuti plastici trovati in mezzo al materiale utilizzato per rifare il fondo degli stradelli del Parco Marittimo di Ravenna. Anche da Vivi Ravenna avevano spiegato come un po' in tutti gli stradelli di accesso agli stabilimenti balneari fra Punta Marina e Marina di Ravenna fossero stati rinvenuti rifiuti fra i materiali del sottofondo: "Nella miscela utilizzata è presente di tutto: oltre a ghiaia e conglomerato cementizio provenienti dalle demolizioni di strutture in cemento armato, si trovano piastrelle, laterizi, vetro, plastica, resti di cavi elettrici e gran quantità di granuli di miscele bituminose, di fatto riciclati nel composto".

Nei giorni scorsi il TGR Emilia Romagna ha realizzato un servizio tornando sul posto e mostrando la presenza ingente di rifiuti, con plastiche e rifiuti che spuntano da quello che dovrebbe essere materiale edilizio di recupero sbricolato. Anche i bagnini, intervistati dal tg regionale, si sono detti preoccupati della situazione. Dal Comune di Ravenna avevano spiegato trattarsi di un errore sul materiale utilizzato, spiegando che la ditta aveva già iniziato alla rimozione e alla sostituzione dello stesso.

Anche da Ravenna in Comune lanciano una frecciatina all'amministrazione comunale: "Anche nelle aree dove secondo il Comune tutto sarebbe a posto, di "a posto" non pare esserci un bel niente, come mostra il servizio del TGR. Chiediamo all’amministrazione e al sindaco di fornire urgenti spiegazioni. Il danno arrecato dalla diffusione televisiva da parte della Rai di immagini di rifiuti (o comunque di qualcosa che dalle immagini televisive si fa fatica a qualificare diversamente) in quella che dovrebbe essere una zona da tutelare e, allo stesso tempo, la “cartolina” delle nostre spiagge, ci appare enorme. Enorme appare anche la contraddizione tra le dichiarazioni fin qui rilasciate dall’amministrazione e la realtà. Poiché l’amministrazione non lo sta facendo, ringraziamo noi sentitamente il civismo delle associazioni, Italia Nostra in primis, che hanno portato attenzione su questa vicenda. Ora non si lasci alla sola Magistratura il compito di fare la sua parte. Ci aspettiamo che de Pascale batta un colpo e l’amministrazione faccia qualcosa di diverso rispetto a ripetere ossessivamente che "tutti i materiali utilizzati nel cantiere sono muniti di certificati a marchio CE attestanti l’ecocompatibilità"".

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