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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Le Rianimazioni si riempiono di no-vax, Fusari: "E spesso sono giovani. Chi non si vaccina rischia come nel 2020"

La situazione è particolarmente allarmante nella provincia di Ravenna, nella quale ci sono sono tre Terapie intensive per un totale di 26 posti letto. Di questi 11 sono già occupati, tutti da pazienti non vaccinati

L'aumento dei contagi da Covid nelle ultime settimane ha portato anche a un aumento dei pazienti ricoverati nelle Terapie intensive degli ospedali romagnoli. Rispetto alle previsioni del Piano aziendale, infatti, si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da Covid che ci pone nel livello arancione. Nella settimana dal 22 al 28 novembre in totale sono stati ricoverati 176 pazienti, di cui 16 in Terapia intensiva.

La situazione è particolarmente allarmante nella provincia di Ravenna, nella quale ci sono sono tre Terapie intensive per un totale di 26 posti letto. Per cercare di capire meglio la gravità della situazione abbiamo intervistato Maurizio Fusari, direttore dell’unità operativa Anestesia e Rianimazione dei tre presidi ospedalieri della provincia - Ravenna, Lugo e Faenza.

In che situazione sono attualmente i reparti di Rianimazione del ravennate?

Al momento (giovedì, ndr), sui 26 posti letto disponibili tra Ravenna, Lugo e Faenza quelli occupati sono 11. Abbiamo 6 pazienti ricoverati all'ospedale di Ravenna, 3 a Faenza e 2 a Lugo. Dei 6 a Ravenna, 5 sono molto stazionari - che significa che non peggiorano ma non migliorano neanche - e uno è in netto miglioramento. E le previsioni sono che nei prossimi giorni le cose non andranno certamente meglio, viste le tendenze nazionali e locali.

Quanti dei ricoverati in questo reparto non sono vaccinati contro il Covid?

Tutti, nessuno di loro si è vaccinato. Per chi non si vaccina non è cambiato niente rispetto all'anno scorso, il rischio di finire in Terapia intensiva è identico, anche se la maggior parte delle persone intorno a loro è vaccinata.

L'ultimo Report dell’Agenzia sanitaria e sociale della Regione Emilia-Romagna, che ha analizzato l’incidenza del Covid e delle sue conseguenze sul territorio nelle settimane comprese dal 21 ottobre al 17 novembre, mostra come i non vaccinati rischino 10,9 volte di più di finire in Terapia intensiva rispetto ai vaccinati.

E' verissimo. Il vaccino, naturalmente sappiamo che non copre al 100% dall'infenzione; ma i vaccinati che si sono ammalati l'hanno preso tutti in forma lieve. Il vaccino è l'unica vera arma che abbiamo, perchè se anche ti contagi il rischio di prenderlo in forma grave è bassissimo, quasi nullo. Al massimo c'è stato qualche paziente infetto che si era vaccinato ed è stato ricoverato, ma non in Rianimazione.

Ci sono anche persone giovani tra i pazienti ricoverati?

Certo, anzi: a Ravenna il più anziano ha 76 anni, gli altri sono tutti sotto i 60. Ci sono anche due 40enni.

La situazione rischia di non reggere se continuano ad arrivare nuovi ricoveri?

Intanto speriamo che alcuni pazienti escano dalla Rianimazione. Entro qualche anno, dopo il finanziamento della prima tranche di lavori di ampliamento dell'ospedale, avremo un ampliamento della Rianimazione, ma per ora si può solo trasformare aree destinate ad altro in aree dedicate alla Terapia intensiva. In questo momento, comunque, il rischio maggiore lo si ha sui pazienti di gravità intermedia, che hanno bisogno di posti letto semi-intensivi che danno un supporto respiratorio non invasivo. La carenza strutturale è su questa tipologia: a Ravenna sono 16 i posti in Pneumologia attivati, di cui 14 già occupati; a Lugo posti letto semi-intensivi non ci sono, quindi vengono gestiti dagli anestesisti-rianimatori che sono costretti ad allargare i posti letto su cui lavorare, mentre a Faenza, dove non ci sono posti letto semi-intensivi per Covid, sono costretti a cercare o di prendere questi pazienti in Rianimazione, anche se potrebbero stare in un setting di minore intensità, oppure a trasferirli ad esempio all'ospedale di Forlì. Credo che sia necessario iniziare a superare i campanilismi e iniziare a considerarci di più come Romagna, avere una rete sanitaria efficiente per i bisogni dei cittadini piuttosto che basata su antiche logiche geografiche.

La variante Omicron vi fa paura?

Stando ai report dei colleghi, in quanto qui ancora non si sono registrati casi, sappiamo che è molto contagiosa, ma anche che sviluppa forme di malattia non gravi. Ciò significa che laddove c'è un programma vaccinale avanzato c'è un maggior rischio di contrarre il Covid, ma non in forma grave, o almeno non più grave di quella data dalla variante Delta che è quella predominante.

Però se è più contagiosa potrebbe diffondersi di più tra i non vaccinati, che come ha detto rischiano di più di finire in Rianimazione...

Certo, potrebbe potrebbe portare ad avere più contagi e più ricoveri, quindi tornano necessarie le misure di protezione individuale, come l'evitare assembramenti, lavarsi spesso le mani e indossare le mascherine anche all'aperto in situazioni in cui ci troviamo in mezzo alla gente. Ma soprattutto l'appello a vaccinarsi dev'essere ancora più forte. Tuttavia credo che la nuova variante, insieme all'introduzione del Super Green Pass, abbia dato un'accelleratina ai vaccini: nell'ultima settimana abbiamo dovuto riaprire punti vaccinali ed estendere gli orari degli stessi.

Quindi ci troviamo di fronte a una nuova sfida...

Ahimè, prevedo un terzo inverno con ferie ridotte all'osso per tutti. I miei anestesisti negli ultimi due anni hanno goduto del 37% del totale delle ferie, di quelle maturate nel 2021 solamente del 50%. Sono stanchi, e questo potrebbe diventare pericoloso per il lavoro: l'azienda deve farsi carico di aiutarli e distribuire in maniera un po' più omogenea le forze lavoro. All'ospedale Bufalini di Cesena ad esempio, che serve una popolazione residente più piccola di quella di Ravenna (nonostante serva poi tutta la Romagna per Trauma center, Neurochirurgia e Grandi ustionati), ci sono il doppio degli anestesisti rispetto al Santa Maria delle Croci. Ravenna in questo momento sta soffrendo di una carenza di organico notevole per quanto riguarda gli anestesisti: manca il 20% dell'organico, 10 anestesisti su 40. Il chè significa che quelli che ci sono lavorano il 20% in più, e tutto questo ha una ricaduta sulla fatica, anche se la qualità del servizio erogato a Ravenna è uguale a quella erogata a Cesena, a Rimini o a Forlì.

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