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Cronaca

Tassa sulla tassa in bolletta, 80 ricorrenti la spuntano contro Hera: risarciti

La Tariffa Igiene Ambientale (Tia) è stata erroneamente considerata per anni il prezzo del ritiro e smaltimento dei rifiuti. Perciò, come tutti i prezzi dei beni e dei servizi, era assoggettata a Iva, nella misura del 10%. Varie sentenze hanno riconosciuto l'illegittimità

I consumatori la spuntano contro Hera per la vicenda dell'Iva applicata quando la raccolta rifiuti era soggetta ad una tariffa (e non ad una tassa come è adesso). In una conferenza stampa che si è tenuta nella Camera del lavoro di Ravenna, la sede della Cgil, e a cui hanno preso parte il presidente provinciale di Federconsumatori, Vincenzo Fuschini, la segretaria di organizzazione della Cgil provinciale, Maura Masotti, e il segretario provinciale dello Spi Cgil, Giancarlo Bertozzi, si è presentata la sentenza.
 

Il tribunale ha dato ragione a Federconsumatori, condannando Hera a restituire 15.000 euro a 80 ricorrenti. Questo perché la Tariffa Igiene Ambientale (Tia) è stata erroneamente considerata per anni il prezzo del ritiro e smaltimento dei rifiuti. Perciò, come tutti i prezzi dei beni e dei servizi, era assoggettata a Iva, nella misura del 10%. Varie sentenze hanno riconosciuto l'illegittimità dell'applicazione dell'Iva sulla Tia: infatti la Tia non era equiparabile a un prezzo di una qualsiasi compravendita sul mercato privato, ma un tributo. E' in questo senso importantissima la sentenza della Corte di Cassazione del 15 febbraio del 2012.
 

L'applicazione di una imposta su un'altra imposta non è purtroppo un caso isolato nel nostro ordinamento (si veda l'Iva sull'accisa del gas). Nel caso della Tia la magistratura ha dato ragione ai ricorrenti, per cui, spiega una nota “Federconsumatori ha cominciato da questo tributo per contestare una situazione ormai intollerabile per milioni di cittadini”.
 

In verità, i tempi lunghi della giustizia sono arrivati a dare ragione quando ormai la questione non si pone più. La Tia è stata sostituita da una tassa, prima la Tares e poi la Tari. La nuova Tari è stata definita più correttamente, purtroppo però la nuova tassa è più alta. E quindi “ciò è un motivo in più per richiedere le somme indebitamente pagate in passato: per questo hanno fornito la loro collaborazione, per noi indispensabile, sia la Cgil provinciale che il sindacato dei pensionati Spi Cgil, le lamentele dei cittadini sono molto diffuse, l'enorme evasione fiscale e la mancanza di una imposta patrimoniale hanno fatto lievitare le imposte sui consumi a un livello insopportabile”.


 

Tuttavia, bisogna ricordare che l'importo aggiuntivo pagato indebitamente è relativo all'Iva, vale a dire somme che Hera ha incassato per conto dell'erario e a quest'ultimo lo ha girato. Dice Federconsumatori: “Ci rendiamo conto del fatto che Hera ha versato l'Iva all'erario: tuttavia, è sempre la Cassazione a imporre di intentare un'azione legale nei confronti delle aziende, per il recupero dell'Iva illegittimamente applicata. Hera dovrà farsi rimborsare l'Iva dall'erario.
 

Il giudice del tribunale di Ravenna, in base alla documentazione presentata dalla nostra avvocatessa, ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti di Hera, dimostrando così che le nostre richieste hanno un preciso fondamento giuridico”. Hera potrà fare opposizione e instaurare un processo civile. Il rimborso pro capite medio è di 190 euro. Conclude Federconsumatori: “Ovviamente, valuteremo l'esito del ricorso per decidere se presentarne un altro: molti cittadini si stanno rivolgendo ai nostri uffici per richiederlo. E' una importante attestazione di fiducia nei nostri confronti”.

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