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Cronaca

Jova Beach Party, la protesta continua: "Per i concerti ci sono gli stadi"

Il Collettivo autonomo ravennate: "Il rischio che le spiagge italiane si trasformino definitivamente in palasport all'aperto è altissimo ed è molto probabile che altri artisti seguano questa linea rendendo la situazione ingestibile"

"No, Lorenzo, non ci siamo. Per i concerti ci sono i luoghi attrezzati e gli stadi. Forse vengono ignorati perché costano? Le coste italiane rappresentano un fragilissimo patrimonio pubblico di biodiversità da proteggere, già pesantemente compromesso da speculazioni, dissesti, inquinamento, cementificazioni selvagge, sfruttamento, erosione, cambiamenti climatici". Lo affermano gli esponenti del Collettivo Autonomo Ravennate che ribadiscono la propria contrarietà allo svolgimento del Jova Beach Party: il grande concerto di Lorenzo Jovanotti che si terrà sulla spiaggia di Marina di Ravenna l'8 e il 9 luglio.

"Ma a quale scopo acconsentire ad eventi ad altissimo impatto con migliaia di persone ammassate nei luoghi più incontaminati? È questo il rispetto dell'ambiente che per un paese come il nostro dovrebbe essere la priorità? Le spiagge sono un ambiente delicatissimo con habitat e specie spesso molto sofferenti come il fratino in via di estinzione e la tartaruga comune Caretta Caretta. Non sono di certo spazio adatto a grandi concerti che con il loro impatto comportano danni alla natura talvolta ingenti e permanenti - continuano dal Collettivo - Il rischio che le spiagge italiane si trasformino definitivamente in palasport all'aperto è altissimo ed è molto probabile che altri artisti seguano questa linea rendendo la situazione ingestibile. Porti la musica nei luoghi adatti alla musica e lasci in pace le spiagge".

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