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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"L’ambiguità della Forestale sul nudismo a Lido di Dante"

La Forestale tenta di svincolarsi con un atto pilatesco dall’annoso tira e molla del nudismo sull’arenile di Lido di Dante. Lo fa nel peggiore dei modi, addossando tutte le responsabilità del “no”sulla giunta comunale.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

La Forestale tenta di svincolarsi con un atto pilatesco, dall’annoso tira e molla del nudismo sull’arenile di Lido di Dante. Lo fa attraverso il responsabile dell’Ufficio territoriale per la biodiversità di Punta Marina Terme, Giovanni Nobili, nel peggiore dei modi, addossando tutte le responsabilità del “no”sulla giunta comunale. Pur se merita apprezzamento l’apertura della Forestale, stupisce la superficialità interpretativa di Nobili sulla genericità dei servizi previsti dalla Legge Regionale.

Convenzionalmente devono intendersi quelli primari di spiaggia, ossia: il servizio di salvataggio, la pulizia dell’arenile, i servizi igienici. Il Comune di Ravenna, qualora autorizzasse un campo nudista (poiché di questo si tratta e non di un’area naturista) su un tratto di arenile messo a disposizione dalla Forestale, diventerebbe concessionario dello stesso. In quanto tale, ha l’obbligo di adempiere tutte le prescrizioni previste dall’ordinanza balneare che la Regione Emilia Romagna emette annualmente. In pratica, il comune deve farsi carico dei servizi innanzi citati. Qualora lo facesse, si tratterebbe di un privilegio solo per taluni rispetto a tutte le altre spiagge libere del territorio ravennate i cui costi, tra l’altro in capo ai contribuenti, sarebbero sottratti a quelli necessari per più nobili cause. Appare inverosimile, tuttavia, che l’associazione naturista non abbia mai presentato un progetto per la realizzazione di un campo nudista in quella zona. Senz’altro ci sarebbe stato del materiale su cui confrontarsi e discutere con l’amministrazione comunale e la forestale, ove e come attrezzare il campo e chi avrebbe dovuto sostenere i costi di gestione dello stesso, ivi compreso il canone per l’eventuale concessione dell’arenile.

Altro aspetto che merita approfondimento è la valutazione della ricchezza che tale turismo apporterebbe all’imprenditoria locale. Premetto che nessuno è mai stato contrario al nudo integrale sull’arenile, purché tale pratica fosse regolamentata e svolta in apposite strutture. E’ innegabile che tale tipo di turismo sia apportatore di ricchezza per l’imprenditoria di Lido di Dante, ma un conto è volerlo classificare come la prima industria del turismo tutt’altro invece uno delle componenti. Il balzo in avanti della presenza turistica sul territorio nel corso degli ultimi tre anni non deve e non può essere correlato al nudismo, bensì al ritorno delle famiglie. Quelle famiglie, che avevano disertato la località proprio per la forte presenza di frequentazioni che col vero naturismo nulla hanno a che fare, che sono ritornate poiché si era sparsa la voce che il nudismo era stato vietato. I dati dell’aumento della presenza turistica hanno riempito di euforia gran parte dell’imprenditoria locale, ma erroneamente e superficialmente attribuito il successo all’aumento delle frequentazioni nell’area cosiddetta dei nudisti. La statistica non è un dato astratto ma reale, poiché i dati sono elaborati sulla scorta della certificazione delle persone che alloggiano nelle strutture ricettive, sia esse campeggi che appartamenti affittati dalle imprese turistiche. Quindi, escludono tutte le persone che non sono transitate laddove è obbligatoria la registrazione della loro permanenza.

Delle due, tre o quattromila persone che si è solito dire presente in quella zona, solo un’esigua parte di esse è attratta dall’obbligo della registrazione in strutture ricettive. Il resto sono tutti soggetti che non entrano nel novero della statistica, arrivano a Lido di Dante alle 7 del mattino, occupano tutti gli spazi disponibili per il parcheggio nelle strade della località e vanno via attorno alle 20 della sera, senza apportare alcun beneficio economico all’imprenditoria. Lido di Dante ha un enorme potenziale da offrire, un territorio di incomparabile bellezza e di inestimabile valore ambientale, per cui necessità proiettare tutte le risorse per attirare i sempre più crescenti turisti amanti della natura e della tranquillità. Concludo condividendo l’assunto dell’amministrazione, esortandola nel contempo a scrivere la parola fine e individuare altra area sulla costa per non privare Ravenna di questa fetta di turismo.

Pasquale Minichini - Lista per Ravenna

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