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Cronaca Lugo

L'artista Andreco lascia i suoi tracciati di 'land art' in Bassa Romagna

Una scultura di legno dalle forme leggiadre e ammiccanti alla natura che la circonda e un murales, realizzato con acqua e vernice, pennelli e rulli, evitando sostanze inquinanti

Una scultura di legno dalle forme leggiadre e ammiccanti alla natura che la circonda e un murales, realizzato con acqua e vernice, pennelli e rulli, evitando sostanze inquinanti che ci parla di natura e del suo rapporto con la città. Questi i segni, i “tracciati” di land art che Andreco, l'artista ingegnere che racconta la natura attraverso l'arte, ha lasciato sul territorio della Bassa Romagna e che proprio dal territorio che ha “vissuto” per due settimane per la loro realizzazione ha tratto ispirazione.

Le opere di Andreco a 'Terrena'

Così l'opera "Forma sensibile" al Parco del Loto di Lugo è ispirata al bocciolo di loto, in fiore in questo periodo, che lo stesso Andreco ha definito "il più grande che abbia visto in un parco urbano che racchiude una natura che non ti aspetti e che mai avrei immaginato di incontrare una volta arrivato a Lugo". Ma non è solo il loto a ritrovarsi nella forma dell'opera. La sua verticalità richiama fortemente gli alberi che la racchiudono. Alberi che sono il filo conduttore di tutta Terrena 2019 e che, sebbene l'opera misuri ben 5 metri in altezza, la mostrano solo all'improvviso quando raggiungi il punto esatto del parco dal sentiero che lo attraversa. L’opera di Lugo diventa dunque un nuovo punto su una mappa di sculture presenti in tutta Europa e si offre sia come oggetto estetico da ammirare sia come “discorso poetico” e politico sulla mutevolezza delle forme artistiche nel tempo. La scultura, infatti, si integrerà con gli agenti atmosferici, muterà colore e inclinazione, fino a lentamente scomparire, come accade a tutti gli esseri viventi, persistendo però nella memoria di chi l’avrà vista, attraversata e fotografata.

Anche il murales di Massa Lombarda racchiude in sé le visioni di chi insieme ad Andreco lo ha dipinto, mostra le tipicità e il sentimento che la natura, il territorio e la città stessa hanno da raccontare. Si dibatte molto, non solo a livello nazionale, su una forma d’arte come la street art, che invita a di ripensare ai concetti stessi di “pubblico” e “privato”. Da chi sono posseduti gli orizzonti visivi, nelle nostre città? Chi ha il “diritto” di occupare con messaggi e immagini i muri di palazzi ed edifici? Il lavoro di Andreco ci fa ri-vedere le città e i suoi spazi (le piazze, i parcheggi, i muri) come luoghi di un potenziale racconto comunitario, invitandoci a riflettere anche su alcune recenti forme di intervento artistico, dove opere di grandi nomi del circuito internazionale vengono calate e “appiccicate” in contesti estranei. Al contrario, il lavoro di Andreco è nato collaborativamente e orizzontalmente, generando un segno artistico in ascolto del territorio: una forma di racconto per la comunità e della comunità. I cittadini di Massa Lombarda e della Romagna, dunque, tornando nello spazio antistante alla bocciofila potranno riconoscere qualcosa della loro storia, come se quel muro avesse preso parola e potesse parlare di loro.

"Non mi piace prendere un muro vuoto e riempirlo solo con le mie idee - ha raccontato Andreco - il valore di queste opere è anche e soprattutto nelle storie che raccontano e nel significato che si costruisce insieme alle persone che questi luoghi le vivono. Se avessi dato vita solo alla mia visione senza lasciarmi ispirare dal contesto e dalle persone non avrebbe lo stesso significato. Quando abbiamo iniziato il laboratorio ho chiesto a tutti che cosa fosse per loro la natura e da lì siamo partiti. Sono stato una settimana a Lugo e una a Massa Lombarda, ho conosciuto e parlato con chi veniva a trovarmi e da ognuno di loro ho tratto delle suggestioni, come ad esempio il tartufo che potete individuare nel murales, espressamente richiesto da un cittadino massese!”.

Andreco – che si divide fra l’Italia e gli Stati Uniti – ha un dottorato in Ingegneria ambientale, e vanta collaborazioni con l’Università di Bologna e la Columbia di New York sul verde urbano e la gestione delle risorse. Talent Prize 2017 al Macro di Roma, ideatore del Climate Art Project per raccontare, tra arte e scienza, opere e performance, cause e conseguenze dei cambiamenti climatici, è il primo artista al quale sia mai stato permesso un murales sul Canal Grande a Venezia: 6 metri per 100, in vernici naturali, per denunciare i rischi dell’innalzamento delle acque. Il suo ultimo progetto Muricinari – Rigenerazione rurale con l’arte è stato inserito nel Padiglione Italiano della 56° Biennale d’Architettura di Venezia.

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