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Cronaca

L'intervista - Simon & the Stars a "Rianimazione letteraria": "Io, ex scettico diventato astrologo"

Simon & the Stars, nome d’arte di Simone Morandi, domenica 8 gennaio sarà ospite alla biblioteca Liverani dell’ospedale Santa Maria delle Croci, che ospita “Rianimazione letteraria di poesia intensiva”.

Si definisce un “ex scettico” ed è più simile a Rob Brezsny che non ai suoi colleghi italiani. In pochi anni è diventato una star del web e il suo oroscopo per il 2017 è stato tra i libri più venduti nelle ultime settimane dell’anno appena trascorso. È Simon & the Stars, nome d’arte di Simone Morandi, che domenica 8 gennaio, alle 15.30 alla biblioteca Liverani dell’ospedale Santa Maria delle Croci, sarà ospite dalla rassegna “Rianimazione letteraria di poesia intensiva”.
Lo raggiungiamo telefonicamente tra una tappa e l’altra del suo tour di presentazione in Emilia-Romagna per cercare di capire come può nascere un fenomeno mediatico e come, nel 2017, l’oroscopo rappresenti qualcosa di irrinunciabile ancora per tante persone. Ma dimenticatevi “classifiche” sulla fortuna o sfortuna dei segni, perché per Simon non deve essere questo l’obiettivo dell’oroscopo.

Simon, per lei l’inizio dell’anno deve essere diventato un vero tour de force…
“Mi piace molto seguire il mio libro, incontrare la gente. Anche perché, sono libri che hanno un’aspettativa di vita molto breve, è una loro caratteristica. Anche se per me si è trattato di un lavoro sudatissimo. Per questo mi piace seguirlo da vicino e quest’anno ho addirittura aumentato il carico di impegni: l’anno scorso ha fatto 39 presentazioni; quest’anno sono già sopra le trenta date”.

Ma nel 2017 non è paradossale affidarsi a previsioni basate su qualcosa che non è possibile dimostrare? Insomma, ci sarà sempre qualcuno per cui la previsione di un astrologo era corretta e un altro per cui era totalmente sbagliata…
“È una posizione che capisco benissimo, perché io stesso sono un ex scettico. Il fatto è che è sbagliato chiedere risposte sulla propria vita agli oroscopi esattamente come è sbagliato chiedere ad altri di risolvere i nostri problemi. Non si può orientare la propria vita in base agli astri, ma l’astrologia può fornire interessanti spunti di riflessione. Per quanto mi riguarda, non parlo di periodi fortunati o sfortunati, ma di periodi che ci pongono davanti delle prove che per noi possono diventare una palestra che ci fa evolvere”.

Come fa un ex scettico, come si è definito, a diventare uno degli astrologi più seguiti d’Italia?
“Non ho mai dato grande importanza agli oroscopi, anche se sono sempre stato molto orgoglioso del mio segno, l’Acquario. Capitava che, incontrando altri Acquari, mi entusiasmassi per le similitudini che trovavo in loro, ma tutto finiva lì. Mi sono appassionato veramente all’astrologia quando ho capito il rigoroso sistema logico che c’è dietro. È affascinante. Magari non ha fondamento, ma è come una lingua inventata, con una grammatica tutta sua: forse non la si potrà usare per comunicare con gli altri, ma la bellezza intrinseca rimane. Nel 2011 mi sono iscritto alla Scuola di astrologia di Londra e nel 2013 aprii la pagina su Facebook, che arrivò a mille “like” in un mese”.

Quali colleghi segue?
“A dire la verità, nessuno. Stimo molto Branko, perché ci ha formati tutti, ma non seguo nemmeno lui. Non mi piace l’oroscopo delle previsioni, perché nessuna previsione ha senso se non viene inquadrata in un contesto. Al massimo qualcuno può dire ‘oh, bravo, ci hai indovinato’, ma non è quello che mi interessa. Infatti credo che chi cerca una risposta immediata non si ritrovi nemmeno nel mio oroscopo. La mia attitudine la ritrovo in Brezsny: lui parte da una tendenza per offrire spunti di riflessione e di analisi interiore. Per questo ho cercato di arricchire il mio libro parlando di arte, di cinema. Il mio sogno è quello di fare un libro che non sia vincolato all’anno, che abbia una vita un po’ più lunga e che prenda in considerazione anche l’oroscopo del passato, perché col senno di poi si può vedere se quel periodo che si è chiuso è stato per noi formativo o meno”.

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