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Cronaca

L'ultimo abbraccio a Vreglia Spadoni: chiesa gremita per il suo funerale

Venerdì San Pietro in Vincoli ha gremito quasi fosse Natale la Chiesa parrocchiale di San Lorenzo, per l’ultimo abbraccio a Vreglia Spadoni, all'anagrafe Francesca Catani

Venerdì San Pietro in Vincoli ha gremito quasi fosse Natale la Chiesa parrocchiale di San Lorenzo, per l’ultimo abbraccio a Vreglia Spadoni, all'anagrafe Francesca Catani, 95enne che si è spenta nei giorni scorsi. Arrivata qui da Civitella di Romagna che era bambina, a 13 anni era già in risaia. A vent’anni è entrata, al braccio di Dante, nel podere a mezzadria della storica famiglia Spadoni, sul fronte sud della cittadina. La famiglia si è via via arricchita di Claudio, Nevio, Gianfranco e Danilo. Ma nel 1966, per un male allora incurabile, Dante se n’è dipartito a 46 anni. Claudio si era appena iscritto all’università, gli altri avevano 17, 13 e 10 anni. Vreglia, deciso che avrebbero compiuto gli studi e lasciato dunque il podere, se li è caricati sulle spalle, passando a fare la bidella di scuola a San Pierino e poi a San Pietro in Vincoli. Quando è andata in pensione tutti, presa ognuno la propria laurea, avevano imboccato la propria strada.

"Vreglia ha il grande merito di avere tenuto mirabilmente unita la sua famiglia, man mano più grande e affiatata, sempre più amorevole - commenta il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi - I quattro figli, i sei nipoti, i quattro pronipoti (quasi cinque), le nuore, i parenti, erano tutti lì, al suo ultimo letto, nella Fraternità San Lorenzo di San Pietro in Vincoli, dov’era per ultimo tornata, allo stremo delle forze e della vita. L’hanno poi accompagnata, insieme a tutto il paese, fino alla Chiesa e infine al camposanto". Nevio, a nome di tutti, l’ha così salutata: “Grazie mamma, Vreglia, come ti hanno sempre chiamata. Lo so che non vuoi tanti fiori e tante cerimonie, ma un ultimo bacio e una preghiera accoglili da chi ti ha voluto bene. Il Signore ti avvolga in quella pace che da un po’ di tempo sospiravi, perdoni quel po’ di polvere che tutti avvolge nel cammino difficile della vita. Eri stanca, dopo una vita di lavoro e di sacrifici enormi. Ormai avevi dato tutto. Un grazie a nome anche dei miei fratelli, nuore, nipoti, pronipoti, di tutti coloro che nella tua lunga vita ti hanno stimato e voluto bene e ai quali hai voluto bene, a quanti sono ora presenti nella nostra chiesa parrocchiale, assieme a don Vittorio, a don Ugo e padre Nardo, concelebranti per l’estremo saluto. Un grazie di cuore a tutto il personale, iniziando dalle suore della Fraternità di S. Lorenzo, che con amorevolezza ti hanno assistito. A Natale compiva gli anni tuo marito Dante. Oggi è la ricorrenza della dipartita di tua madre Caterina, la Rina d’Catani. Che coincidenze. Ora continuerete assieme ad assisterci. Ciao mamma, grazie di tutto”. La Chiesa si è sciolta in un lungo applauso.

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