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Cronaca Cotignola

La cardiochirurgia innovativa ravennate fa scuola oltreoceano

“La sostituzione dell’arco aortico è sotto il profilo dell’interventistica uno dei più impegnativi. Richiede grandi conoscenze e competenze metodologiche unite all’esperienza anestesiologica e alla successiva gestione della fase post-operatoria"

Nell’ambito del nono congresso internazionale di Chirurgia Italia-Cuba, che si è svolto a fine aprile al Palacio de Convenciones de La Habana, sul tema “Le specialità chirurgiche nell’era delle nuove tecnologie”, il quotidiano Granma, il più importante e diffuso del Paese, ha voluto riservare ampio risalto all’attività svolta nell’isola caraibica dall’équipe di Maria Cecilia Hospital, guidata dal dottor Mauro Del Giglio e dal dottor Josè Zulueta, anestesista. “Per l’occasione - spiega Mauro Del Giglio, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Cardiovascolare dell’ospedale di Cotignola - abbiamo organizzato e diretto due interventi particolarmente delicati e mai eseguiti prima a Cuba: la doppia sostituzione valvolare mitrale-aortica con tecnica mininvasiva (approccio in minitoracotomia) e la sostituzione di tutta l’aorta dal piano valvolare al tratto discendente. L’obiettivo di entrambi gli interventi, e di quelli già effettuati nei due anni precedenti dall’équipe di Maria Cecilia Hospital è condividere assieme ai cardiochirurghi cubani una complessità tecnica riproducibile in un contesto ambientale a tecnologia più limitata rispetto alle strutture cardiochirurgiche italiane”.

“La sostituzione dell’arco aortico è sotto il profilo dell’interventistica uno dei più impegnativi. – precisa Del Giglio - Richiede grandi conoscenze e competenze metodologiche unite all’esperienza anestesiologica e alla successiva gestione della fase post-operatoria in Terapia Intensiva. Il paziente viene raffreddato alla temperatura di 26 gradi tramite la circolazione extracorporea e il cervello protetto da specifici sistemi di flusso sanguigno”. Le innovazioni metodologiche e le tecnologie all’avanguardia di Maria Cecilia Hospital di Cotignola sono stati presi come modello dalla comunità scientifica cardiologica e cardiochirurgica cubana. È anche in questo contesto che alcuni professionisti dell’Ospedale universitario di L’Avana hanno già visitato l’Unità Operativa romagnola e in virtù di ciò il Ministero della Salute cubano ha gettato le basi di un primo percorso per lo sviluppo della chirurgia mininvasiva. Maria Cecilia Hospital registra infatti una casististica tra le più rilevanti e cospicue in Italia e in Europa nel trattamento, con ottimi risultati clinici, delle malattie valvolari attraverso tecniche a basso trauma: sia in minitoracotomia (incisione chirurgica tra gli spazi intercostali e senza frattura ossea) sia in ministernotomia (taglio di appena 5 cm al margine superiore dello sterno) per la risoluzione delle patologie a carico della valvola aortica. O, ancora, come la mininvasività procedurale permetta agli specialisti dell’ospedale cotignolese di riparare oltre l’85% dei casi d’insufficienza mitralica derivanti da malfunzionamento della valvola corrispondente.

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