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Cronaca Faenza

La cooperativa che aiuta le persone con disabilità compie 40 anni e si prepara a festeggiare

Tra gli obiettivi della cooperativa sociale c'è quello di offrire alle persone con disabilità e/o condizioni di fragilità e svantaggio servizi, occasioni per lo sviluppo della propria autonomia e per l'inserimento lavorativo e sociale

Nel quadro delle celebrazioni per il 40esimo anniversario, sabato alle 11.30 la Ceff F. Bandini, società cooperativa sociale, presenta alla comunità e ai portatori di interesse i locali della sede ristrutturata di Faenza, in via Risorgimento 2 e 4. L’unificazione delle sedi operative in via Risorgimento è stata fatta per meglio perseguire la mission e gli obiettivi della cooperativa: offrire alle persone con disabilità e/o condizioni di fragilità e svantaggio servizi, occasioni per lo sviluppo della propria autonomia e per l’inserimento lavorativo e sociale. L’importante investimento economico realizzato ha permesso di dare una nuova e più funzionale sede al centro socio occupazionale Il Sentiero; unificare in un unico reparto le due officine di assemblaggio che ora sono un’unica Officina Sociale con maggiori potenzialità produttive e formative; organizzare meglio la logistica dell’Officina Cnc (centri di lavoro a controllo numerico) e del Centro stampa digitale; offrire adeguate strutture di supporto per le Unità Operative esterne ambiente, pulizie civili e industriali e servizi per il verde. La Ceff si presenta quindi alla celebrazione del 40esimo anniversario dalla fondazione con un volto nuovo, per essere adeguata ai cambiamenti che la crisi di questi anni ha imposto. L’impegno personale e collettivo di lavoratori, soci e volontari è stato grande e ha portato a importanti risultati in tempi brevi.

“Per quanto possibile nella nostra esperienza – dichiara il presidente Pier Domenico Laghi - ci siamo sforzati di raccogliere l’invito di Papa Francesco al mondo della cooperazione: "Non fermatevi a guardare soltanto quello che avete saputo realizzare. Continuate a perfezionare, a rafforzare e ad aggiornare le buone e solide realtà che avete già costruito. Però abbiate anche il coraggio di uscire da esse, carichi di esperienza e di buoni metodi, per portare la cooperazione sulle nuove frontiere del cambiamento, fino alle periferie esistenziali dove la speranza ha bisogno di emergere”.

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