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Cronaca

La "vela solidale" per apprendere la gestione delle relazioni e l'autostima: 6 giorni di navigazione

Si ispira ai principi della “Outdoor Education” e delle metodologie che consistono nell’utilizzare l’ambiente naturale come strumento finalizzato all’apprendimento, alla educazione e alla riabilitazione

E' stato presentato il progetto “La vela come esperienza educativa”, un programma che prevede ben 6 giorni di navigazione. A organizzare l'iniziativa è il Centro per la relazione di aiuto "Parole Diverse" e Aics. La navigazione a vela come esperienza riabilitativa nasce in Svezia negli anni’80, quando fu realizzato un progetto sperimentale per il recupero di ragazzi “difficili”. Esperienze simili sono state replicate in tutta Europa e anche in Italia.

Si ispira ai principi della “Outdoor Education” e delle metodologie che consistono nell’utilizzare l’ambiente naturale come strumento finalizzato all’apprendimento, alla educazione e alla riabilitazione. Tali esperienze hanno comprovati effetti positivi sulla salute fisica, mentale, e sulle capacità  relazionali. Navigare è un’esperienza particolarmente costruttiva: permette di sviluppare relazioni interpersonali, spirito di solidarietà, di lealtà, di fiducia nei propri mezzi e nel prossimo. Rafforza il senso di tolleranza ed accettazione, valorizza l’impegno del singolo e del gruppo, educa al rispetto e permette il superamento di sè stessi affrontando le difficoltà. Fornisce la possibilità di  maturare autostima, sperimentando impegno, dedizione e passione, per questo è un’esperienza particolarmente adatta agli adolescenti che si trovano in condizioni di marginalità e  di isolamento sociale.

Nel triennio  2018-2021 Parole Diverse ha promosso diverse settimane di navigazione o giornate di vela solidale, sostenute dai bandi della Regione Emilia Romagna, in collaborazione con Aics. I destinatari della 'Vela Solidale' sono sempre  ragazzi tra i 15 e i 18 anni con vulnerabilità sociale, con esperienze migratorie,  stranieri con difficoltà di integrazione sociale.

“Quest’anno la navigazione partirà da Venezia, visiteremo la sede centrale di Emergency alla Giudecca, navigheremo attorno ad alcune isole della laguna (Poveglia, Murano, Torcello), visiteremo alcuni cantieri navali, scenderemo poi verso Chioggia per incontrare i pescatori e con loro sperimenteremo alcuni tipi di pesca. Con skipper, ragazzi, psicologi, volontari di Associazioni, andremo a creare  un vero e  proprio laboratorio sociale in cui  lavorare insieme a quel processo di inclusione sociale, per sperimentare le proprie attitudini e favorire uno sviluppo positivo della propria personalità”, spiega la psicopterapeuta Francesca Focardi. 
  
Per la realizzazione del percorso educativo è stata realizzata una rete con il Ceis di Modena, la “Rete adolescenza” di Forlì, un progetto della Azienda Sanitaria formato da operatori che lavorano in rete sul territorio per sostenere servizi rivolti all’adolescenza,  la Cooperativa Sociale Paolo Babini Onlus di Forlì,  le associazioni che si occupano di vela solidale Aganoor, VelaSail, Unavelaper, Sailing for blue Lab.

Il percorso non è focalizzato su aspetti prettamente sportivi o agonistici. Ogni viaggio in mare prevede un significativo approdo a terra. In ogni porto è previsto l’incontro  con persone che possono fornire  modelli educativi di impegno e di auto realizzazione  in vari ambiti  (es.  ecologia, sport, artigianato locale). L’incontro con professionisti del mare, le associazioni di volontariato, le risorse sociali del territorio, arricchiscono il senso della navigazione e della meta da raggiungere.  La navigazione tra un porto e l’altro diventa  un laboratorio di condivisione e di riflessione delle esperienze in mare e degli incontri a terra.

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