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Cronaca

Laboratori di cucina, teatro e informatica per migliorare la vita dei detenuti

Gli obiettivi del programma sono umanizzare e migliorare le condizioni di vita dei detenuti, sostenendo attività socio educative di socializzazione per l’inserimento lavorativo

Umanizzare e migliorare le condizioni di vita delle persone sottoposte alla pena detentiva, sostenendo attività socio educative, di socializzazione, per l’inserimento lavorativo. Sono gli obiettivi del programma che il Comune, assessorato alle Politiche sociali, ha messo a punto in accordo con la direzione della Casa circondariale di Ravenna e Uepe (Ufficio delle esecuzioni penali esterne), insieme con associazioni, cooperative sociali, società sportive e altri enti che hanno presentato progetti di diversa tipologia: teatro, sport, cultura, gastronomia, informatica.

"Siamo orgogliosi e felici del rapporto che abbiamo stabilito con la direzione carceraria - commenta l'assessore alle politiche sociali Valentina Morigi - Non è sufficiente la collocazione in centro storico per mettere le politiche del carcere al centro della città, ma c’è bisogno di rendere partecipe la città della progettualità dei percorsi e di restituire i risultati, che nel tempo hanno dato riscontri positivi di rinserimento. Il nostro valore aggiunto è proprio la capacità di fare rete tutti insieme - direzione del carcere, amministrazione comunale, associazionismo diffuso, città - perché i progetti abbiano una valenza per le persone detenute che vada oltre il periodo di reclusione e perché possano essere utili per la loro vita una volta fuori dal carcere".

La giunta ha approvato il programma “Azioni per l’umanizzazione della pena ed il miglioramento delle condizioni di vita delle persone che si trovano in area penale” 2017. Due le tipologie di azioni: interventi da realizzare all’interno dell’istituto di pena e attività da realizzare in area penale esterna, misure alternative alla detenzione e di comunità. Le risorse derivano dal fondo regionale che viene ripartito fra i comuni sede di carcere, tenendo conto di diversi indicatori: popolazione detenuta, detenuti stranieri e numero di soggetti sottoposti a misure esterne di esecuzione penale. Per il 2017 sono stati assegnati circa 30mila euro. Il Comune partecipa con una quota di cofinanziamento relativa al costo di un dipendente con il ruolo di educatore per lo sportello informativo e per la gestione delle dimissioni con l’obiettivo di valutare il percorso più opportuno di rinserimento.

"E' fondamentale riuscire a elaborare un percorso che sia il più possibile vicino ai bisogni della popolazione detenuta - spiega la direttrice della casa circondariale di Ravenna Carmela de Lorenzo - Il carcere di Ravenna si caratterizza per un forte turn-over dei detenuti, quindi abbiamo studiato programmi a medio-breve termine. Alcuni dei laboratori rilasciano degli attestati di patecipazione che possono poi essere utilizzati fuori dal carcere quando si cerca un lavoro". Nell’ambito della casa circondariale di Ravenna avranno un’attenzione particolare lo sviluppo e il consolidamento delle attività dello sportello informativo per i detenuti, in particolare stranieri: informazioni sulle regole della vita detentiva; mediazione linguistica e culturale, servizio di traduzione di avvisi e modulistica; attenzione alle situazioni fragili che necessitano di supporto socio-sanitario; accompagnamento al percorso di orientamento per le persone in fase di dimissione. per quanto riguarda invece il miglioramento delle condizioni di vita in carcere, si tratta di progetti realizzati da partner del sociale no profit, consolidati negli anni e attivi nelle problematiche inerenti al carcere e al reinserimento socio-lavorativo, ma anche di proposte fatte da associazioni in ambito sportivo, informatico e culturale.

Continua a leggere ===> I progetti attivati: teatro, cucina, informatica...

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