rotate-mobile
Cronaca

Bolletta più cara per 2 milioni di euro: Ravenna riduce gli orari di accensione dei lampioni

Il sindaco de Pascale: "Si tratta di provvedimenti straordinari senza i quali gli enti locali si troverebbero nella situazione di non poter liquidare le utenze e di dover quindi sospendere i servizi"

Contro il caro bollette, i lampioni si spengono in anticipo e si accendono più tardi. “Mossi dall’identica consapevolezza dell’assoluta e non più rinviabile necessità di attuare le più adeguate politiche di contenimento della spesa energetica, tutti i 18 Comuni della nostra Provincia, così come pressoché tutti gli enti locali d’Italia, hanno valutato e stanno valutando al loro interno le misure più opportune, da declinare sulla base delle diverse caratteristiche e specificità del proprio contesto, per ottenere il migliore bilanciamento possibile tra contenimento dei consumi e adeguatezza dei servizi". A dirlo è il presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale. In particolare uno dei temi di maggiore attenzione è quello legato all’accensione degli impianti della pubblica illuminazione.

Per molti una riduzione degli orari di accensione rappresenta l’unica soluzione percorribile e attuabile nel breve periodo. "Si tratta di provvedimenti straordinari senza i quali gli enti locali si troverebbero nella situazione di non poter liquidare le utenze e di dover quindi sospendere i servizi - spiega de Pascale - La volontà è naturalmente quella di applicare tali misure nei limiti della stretta necessità, continuando nel frattempo a sollecitare con fermezza il Governo affinché affronti in maniera strutturale un’emergenza che coinvolge imprese, famiglie e amministrazioni pubbliche, auspicando un’evoluzione positiva del quadro internazionale che ha portato a tale situazione. Parallelamente i nostri Comuni sono impegnati nella pianificazione di investimenti per una riqualificazione energetica che renda gli attuali impianti sempre più efficienti, meno energivori e sempre più alimentati da fonti rinnovabili”.

Anche in Bassa Romagna i lampioni si spengono prima: "Risparmi tra il 30 e il 40%, ma non basta"

A Faenza orari dei lampioni ridotti, smart working e meno luci natalizie. E il Comune paga il riscaldamento della piscina

Cosa succede a Ravenna

Per quanto riguarda il Comune di Ravenna, la giunta ha deliberato la riduzione delle ore di accensione degli impianti di pubblica illuminazione, che dal lunedì al venerdì saranno spenti dall’1 alle 5, mentre il sabato, la domenica e i festivi dalle 2.30 alle 5. Gli spegnimenti non riguarderanno gli impianti che illuminano le strade statali che attraversano il territorio comunale (di conseguenza rimarranno accese alcune strade comunali afferenti i quadri elettrici di alimentazione delle strade statali per un totale di 2.410 punti luce che rimarranno accesi sul totale di 36.640). Le valutazioni compiute dagli uffici competenti avevano compreso anche altre ipotesi, la cui attuazione si è però rivelata non solo estremamente complessa da realizzare, ma richiedente costi di gran lunga superiori ai risparmi.

Il provvedimento sarà in vigore indicativamente a partire dalla prossima settimana, non appena il concessionario avrà potuto mettere a punto tutte le operazioni tecniche necessarie (appena possibile verrà comunicata la data esatta) fino al 30 aprile (salvo proroghe) e in ogni caso fino all’eventuale ritorno delle tariffe ai valori compatibili con gli stanziamenti presenti nel bilancio comunale, fatte salve eventuali particolari situazioni che ci si riserva di valutare dopo la prima fase iniziale di avvio degli spegnimenti, grazie anche all’azione di monitoraggio che sarà in particolare compiuta dalla Polizia locale.

La decisione assunta si inserisce in un contesto che ha visto aumentare, per il Comune di Ravenna, la tariffa della componente energia da applicare al canone 2022 rispetto al 2021 del 109,52%, passando da 0,18291 euro al chilowattora per l’anno 2021 a 0,38324 per l’anno 2022. Senza la riduzione delle ore di accensione deliberata, il canone annuo 2022 (per 4028 ore di funzionamento inizialmente previste) aumenterebbe di 2.386.788,73 euro, passando da 3.830.137,52 euro del 2021 a 6.216.926,25 del 2022, Iva compresa.

Per il 2023 la previsione dell’importo per la quota di energia relativa agli impianti di illuminazione pubblica per complessive 4000 ore sarebbe di 6.052.700,47 euro (Iva compresa), calcolata sulla base delle tariffe attuali. In virtù della riduzione delle ore di accensione deliberata, il risparmio atteso su base annuale è di 1.122.062,74 euro, passando dai complessivi 6.052.700,47 euro per 4.000 ore di funzionamento a 4.930.637,73 per 2.713 ore di funzionamento (Iva compresa). Parametrando i calcoli sul periodo che manca alla fine del 2022, si prevede per quest’anno un risparmio di 230.265,91 euro, passando dai complessivi 6.216.926,25 euro a 5.986.660,34 euro (Iva compresa).

Nel frattempo continuano gli interventi di riqualificazione energetica, che finora hanno portato all’installazione di apparecchi a led in circa 23.000 punti luce. Si precisa infine che i varchi stradali elettronici di presidio e governo del traffico, oltre che le telecamere di sicurezza nonché gli impianti semaforici, rimarranno in funzionamento e non saranno perciò disattivati nella fascia indicata di spegnimento della pubblica illuminazione.

La critica della Pigna

"In questo lungo periodo di grave crisi economica siamo tutti costretti a tirare la cinghia: famiglie, imprese, enti.  Anche il Comune di Ravenna non è esente da queste restrizioni. Tuttavia, è evidente che le applichi solo dove e quando gli conviene - attacca Veronica Verlicchi, capogruppo della lista civica la Pigna - Nello specifico: il Comune chiede sacrifici ai Ravennati e riduce i servizi a disposizione della cittadinanza, ma si dimostra particolarmente generoso quando si tratta di elargire lauti compensi ai propri Dirigenti. Guarda caso, amici del “Partitone in decadenza”. È di oggi la conferma della scelta scellerata del sindaco Michele de Pascale di ridurre l’illuminazione pubblica, senza preoccuparsi del fatto che questo aggraverà i già preoccupanti  problemi di sicurezza urbana. E così, mentre de Pascale spegne le luci ai Ravennati, la sua amministrazione mette mano alle risorse comunali per distribuire premi generoso ai Dirigenti. Vediamo allora come i premi annuali ai dirigenti comunali sfiorino la cifra astronomica di 200.000 euro/anno e si vadano a sommare alla loro già cospicua retribuzione fissa annuale. Una somma esorbitante ed in costante aumento ogni anno. Non è accettabile che da una parte ci sia un numero sempre maggiore di Ravennati in forte difficoltà nel far fronte alle continue spese e dall’altra uno sperpero di denaro che porta ad elargire ingenti premi ai dirigenti comunali, ivi compresi quelli che che nemmeno riescono a conseguire i propri obiettivi. È tempo che sindaco e Giunta  comunale prendano una decisione: tagliare i premi ai dirigenti e utilizzare il risparmio derivante, circa 200.000 euro,  per sostenere Ravennati, attività  ed imprese in difficoltà. Un azzeramento del premio che deve riguardare il Segretario Generale nonché Direttore Generale, i capi Area e tutti i Dirigenti dei Servizi. E' questa la richiesta inclusa nella mozione che il gruppo consiliare la Pigna,Città-Forese-Lidi ha depositato per la discussione e il voto del Consiglio comunale di Ravenna. L'auspicio è che su questa proposta si raggiunga il consenso di tutti i Consiglieri comunali".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bolletta più cara per 2 milioni di euro: Ravenna riduce gli orari di accensione dei lampioni

RavennaToday è in caricamento