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Cronaca

Il Premio Ravenna Festival 2014 a Mario Salvagiani

Il premio è costituito da un'opera in mosaico realizzata da Marco Bravura, modello in scala delle due monumentali fontane "Ardea Purpurea" collocate a Beirut e Ravenna in occasione del viaggio dell'amicizia del Festival nel 1998

Si è svolta mercoledì mattina nella Sala del Consiglio Comunale di Ravenna la cerimonia di consegna del ‘Premio Ravenna Festival 2014’ all’Avvocato Mario Salvagiani, lungimirante ispiratore dell’evento che creò nel 1990 e che con questa edizione ha festeggiato 25 anni di vita. Un riconoscimento che la manifestazione ravennate ha conferito negli anni ad autorevoli personalità delle diverse discipline della cultura e dell'arte nelle passate edizioni assegnato, tra gli altri, a Tonino Guerra, Ennio Morricone, Riccardo Muti, Mstislav Rostropovich, Pierre Boulez e Gerard Depardieu.

Una intera vita dedicata all’arte, alla musica ed al teatro, quella di Mario Salvagiani (l’Avvocato come amichevolmente tutti lo chiamano) e quindi non è un caso che nella Residenza Municipale si sia idealmente raccolto il mondo culturale e l’intera città in un susseguirsi di dichiarazioni di affetto e riconoscenza a colui che senza dubbio è stato, è, e continuerà ad incarnare la visione e la prospettiva più ampia di una città si candida oggi a diventare Capitale Europea della Cultura. Ha consegnato il premio il Maestro Riccardo Muti che ha sottolineato come Mario Salvagiani, a cui lo lega una amicizia quarantennale, rappresenta la figura esemplare di un ‘ravennate’ coltissimo il cui stile, classe e intelligenza spera si potranno riconoscere nei giovani delle prossime generazioni.

Questa la motivazione, che riassume l’impegno di una intera vita per il teatro e per la città, letta dal Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci:“ Qualcuno ricorderà com’era la Ravenna alle soglie degli anni ’70: una città ancorata al suo passato e non ancora uscita dal trauma di un’industrializzazione che ne violentò la natura fin troppo silente e compiaciuta del suo secolare isolamento. In quella che era una sorta di paludosa immobilità culturale la vera rivoluzione copernicana fu la riapertura del suo Teatro e con essa il ritorno di una vita teatrale e musicale propriamente detta, degna di una città moderna. Mario Salvagiani ne fu l’artefice, assumendone da subito la Direzione e ricoprendola per molti anni, riuscendo in breve a conquistare al Teatro Alighieri un ampio e fedelissimo pubblico, superando ataviche diffidenze ed apatie croniche. Da allora sino ad oggi nella città si è assistito ad una crescita esponenziale delle attività nell’ambito dello spettacolo dal vivo che ha sempre visto Salvagiani, uomo schivo e discreto, protagonista ma da dietro le quinte".

"Dobbiamo - ha motivato il primo cittadino -. a lui un susseguirsi ininterrotto di intraprese lungimiranti ed altamente efficaci – esempio tra tutti la nascita di Ravenna Teatro prima, ricettacolo delle energie creative più fresche del territorio, e dell’Orchestra giovanile Luigi Cherubini poi, dando seguito a un desiderio del Maestro Muti - che hanno trovato il loro culmine nel concepimento del Ravenna Festival e della sapiente ed innovativa architettura istituzionale dell’organismo che lo sorregge: la Fondazione Ravenna Manifestazioni, espressione ‘corale’ della città nelle sue massime espressioni economiche, sociali e culturali, in un mirabile equilibrio tra pubblico e privato. A Mario Salvagiani si deve l’iniziativa determinante di coinvolgere Riccardo e Cristina Muti nella creazione del Festival, creando così un sodalizio giunto armoniosamente intatto e anzi rafforzato sino ad oggi".

"Solo l’incessante e certosina opera di tessitura dell’ “Avvocato”, così come Salvagiani viene affabilmente chiamato, ha permesso prima di superare con coraggio e determinazione un esordio complesso ed estremamente delicato facendo poi del Festival, in un quarto di secolo di sicura navigazione costellata di successi, una manifestazione di conclamata caratura internazionale - ha proseguito Matteucci -. Uomo radicato nella sua terra e raffinato intellettuale dotato di uno sguardo mobile e curioso, capace di spaziare sull’Europa e sul mondo, Mario Salvagiani ha saputo dissodare e fertilizzare un terreno che a molti sembrava duro ed arido, per poi gettarvi semi che hanno potentemente germogliato. Lo festeggiamo dimostrandogli la gratitudine e l’affetto di noi tutti. Senza di lui non vi sarebbe Ravenna Festival, la città sarebbe assai meno vivace e recettiva e certo non potrebbe legittimamente ambire ad essere riconosciuta – quale essa comunque è - una capitale europea della cultura. Grazie Mario!”.

Il premio è costituito da un’opera in mosaico realizzata da Marco Bravura, modello in scala delle due monumentali fontane “Ardea Purpurea” collocate a Beirut e Ravenna in occasione del viaggio dell’amicizia del Festival nel 1998. La scultura, donata dall’autore, riprende forma e antica tecnica bizantina ma abbandona le simbologie inscritte nelle fontana per ricoprirsi interamente di tessere dorate a sottolineare la funzione di premio.

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