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Cronaca

Buche, "se non si sbloccano fondi si chiudono le strade pericolose"

Il Servizio strade del Comune ha già attivato le procedure di gara per affidare la realizzazione di progetti di manutenzione straordinaria stradale per un importo complessivo di un milione 200mila euro.

Se non saranno sbloccati i fondi vincolati dal Patto di stabilita', il Comune di Ravenna minaccia di chiudere le strade più pericolose, quelle piene di buche aperte anche dal maltempo e che non possono essere sistemate per mancanza di libertà di spesa dell'amministrazione. E' quanto ha annunciato l'assessore ai Lavori pubblici Andrea Corsini. Nel frattempo proseguono da giorni gli interventi tampone per ovviare alla pericolosità del manto stradale.

Anche martedì sono attive sette squadre della ditta Sistema che gestisce con contratto misto di lavori e servizi, la rete della viabilità comunale. Da alcune settimane si susseguono gli interventi urgenti di manutenzione ordinaria non programmabile anche in caso di pioggia attraverso la chiusura delle buche con pietrischetto bitumato invernale. Si tratta di lavori che, nella loro provvisorietà, sono finalizzati a eliminare tempestivamente tutte le situazioni di potenziale pericolo per l’utenza, per la circolazione (carrabile e/o ciclabile e/o pedonale) e per la pubblica incolumità. Nel frattempo, il Servizio strade del Comune ha già attivato le procedure di gara per affidare la realizzazione di progetti di manutenzione straordinaria stradale per un importo complessivo di un milione 200mila euro.

RISCHIO CHIUSURA - “Lo sforzo del Comune per migliorare la condizione delle strade è totale, seppur in un quadro finanziario sempre più problematico e restrittivo – dichiara l’assessore Corsini-. Mentre sono sotto gli occhi di tutti gli interventi d’emergenza capillari  da parte delle  squadre della ditta Sistema per colmare le buche sulle strade di nostra competenza, abbiamo pronti progetti per la manutenzione straordinaria programmata per strade e marciapiedi di città e nel forese, in quadro di priorità, da realizzarsi fra l’estate e l’autunno. Di fronte alle condizioni disastrose delle nostre strade e all’impossibilità di destinarvi le risorse di cui disponiamo perché congelate dai  vincoli imposti dal patto di stabilità, non possso che esprimere rammarico, disappunto e frustrazione. Se non verranno rapidamente intraprese misure urgenti a livello nazionale per sbloccare questo stato di cose saremo costretti a chiudere le strade più danneggiate e quindi più pericolose. Tuttavia, ribadisco, andiamo avanti facendo il massimo di quello che ci è consentito, cercando di usare al meglio i mezzi che abbiamo per soddisfare le esigenze di uno dei territori più vasti d’Italia con i suoi 936,50 chilometri di viabilità di nostra competenza”.

I FONDI STANZIATI - La somma è destinata per tratti di pavimentazione stradale ubicati nel centro urbano del Comune di Ravenna 100mila euro;  tratti di pavimentazione stradale ubicati nel forese nord del Comune di Ravenna 100mila; tratti dei marciapiedi delle seguenti vie : Serra ,Montanari, Col di Lana, Doberdò, Arsiero, Dei Partigiani, Piazza D’Annunzio, Morgagni, Fiume Avisio e Cividale per 100mila euro; tratti di pavimentazione stradale mediante trattamento triplo strato antipolvere in Via Cavedone,Via Valle Rustica e Via Scolo Formella ubicate nel forese sud del comune di Ravenna per 100mila euro; tratti di strade nei lidi balneari 100mila euro; tratti dei marciapiedi siti nel centro urbano zona nord 100mila euro;  tratti di pavimentazione stradale ubicati nel forese sud del comune di Ravenna per 100mila euro; impalcato del ponte sul canale Cupa in Via Romea Nord presso area Bassette per 400mila euro; Via Marabina e parcheggio Lido di Dante per 100mila euro.

ANCISI - Per Alvaro Ancisi, capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, la soluzione ideale sarebbe vendere quote azionarie di Hera. Spiega Ancisi: "Senza scomodare i beni immobili (terreni, edifici, ecc.), la cui vendita ha tempi lunghi di perfezionamento, il Comune di Ravenna possiede partecipazioni azionarie e societarie per un valore che l’ultimo conto consuntivo approvato ha determinato in 358 milioni di euro. Le più importanti sono in Hera, Romagna Acque, Sapir, Aser, Start Romagna, Ravenna Farmacie, Ravenna Entrate, Azimut (l’organigramma è visibile nell’allegato). L’utile che il Comune di Ravenna incassa annualmente, sotto forma di dividendi o interessi finanziari, non supera l’1,5 per cento, quasi irrisorio. Una parte consistente di tali partecipazioni può essere venduta senza intaccare il potere che il Comune esercita sui propri servizi affidati in gestione a queste società. Per disporre materialmente del ricavato, i tempi possono essere brevi, purché ce ne sia la volontà politica. Ma sono addirittura immediati nel caso della vendita di una parte delle azioni di Hera, perché quotate in borsa".

"Ravenna Holding, di cui il Comune di Ravenna è proprietario per l’83.48 per cento, possiede 86.873.437 azioni di Hera spa, per un valore che nel budget societario di quest’anno è fissato in 170 milioni e 612 mila euro. 19.776.417 di queste azioni non sono neppure sottoposte a sindacato di blocco (stipulato perché gli enti pubblici locali della Romagna e di Bologna mantengano la maggioranza assoluta del capitale sociale) - continua il leader di LpRa -. Sono quindi liberamente vendibili sul mercato. In questo modo si potrebbero risanare tutte le strade più malridotte di Ravenna. Si tratta soltanto di gestire il patrimonio dei cittadini di Ravenna nell’interesse pubblico, non già dei partiti al governo della città. Chiudere le strade è come dichiarare il proprio fallimento. Piuttosto se ne tornino a casa, tanto le strade per arrivarci, almeno quelle, sono messe bene".

GUERRA - Il capogruppo in consiglio comunale della Lega Nord, Stefano Guerra, ha presentato un'interrogazione per chiedere una "dettagliata statistica riportante il numero degli interventi svolti sulle strade della città di Ravenna negli ultimi tre anni che hanno comportato l’apertura del manto stradale per interventi di qualsiasi tipo sulle condotte e sulle tubazioni". L'esponente del Carroccio ha chiesto chiarimento anche chiarimenti sul "numero dei controlli effettuati dagli Uffici Tecnici Comunali al momento della chiusura e del ripristino provvisorio e successivamente definitivo del manto stradale per attestarne la conformità o meno alle condizioni iniziali e conseguentemente l’eventuale numero di reclami o non conformità rilasciate".

Unoltre vuole lumi "sugli introiti degli ultimi tre anni derivanti dal pagamento delle operazioni di ripristino definitivo del manto stradale erogati dalle aziende che hanno svolto (o sub-appaltato) le operazioni di scavo e di ripristino". Infine intende sapere "le motivazioni per ci non siano applicate le normative nazionali che imporrebbero la realizzazione di condotti polifunzionali di ispezione (Direttiva 3 marzo 1999 “Razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici” pubblicato G.U. n°58 dell’11.3.1999), i quali avrebbero lo scopo di evitare successive e ripetute aperture del manto stradale".

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