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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Licenziamento collettivo di 12 lavoratori: proclamato lo stato d'agitazione

Il 23 dicembre si è svolta l’assemblea dei lavoratori di Schlumberger spa, nella base operativa di Ravenna, sul tema della procedura di licenziamento collettivo avviata dall’azienda

Il 23 dicembre si è svolta l’assemblea dei lavoratori di Schlumberger spa, nella base operativa di Ravenna, sul tema della procedura di licenziamento collettivo avviata dall’azienda il 17 dicembre per 12 lavoratori sul territorio nazionale, di cui 7 a Ravenna, 4 a Pescara e uno a Parma.

"Sono state approfondite e valutate le varie motivazioni evidenziate nella procedura che inducono l’azienda ai licenziamenti, le inflessibili misure che la multinazionale intende adottare, negando a priori la possibilità di ricorrere a qualsiasi ammortizzatore sociale e le azioni finalizzate al contenimento dei costi fissi che adotterà nell’immediato futuro, chiudendo la sede amministrativa di Parma, una sede operativa di Ravenna e delocalizzando nelle sedi estere servizi strategici per le attività in ambito oil&gas sul territorio, per i quali l’azienda ha tuttavia assegnato contratti in essere di attività sia in off shore con la committente Eni, che in on shore nei siti di stoccaggio per la committente Stogit - commentano dai sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil - L’assemblea, a fronte delle forti contraddizioni rispetto a quanto sottolineato nella procedura di licenziamento e alle conseguenze fortemente impattanti sulla base ravennate, ha dichiarato lo stato di agitazione riservandosi ulteriori azioni a sostegno e in difesa dei posti di lavoro. I lavoratori e le organizzazioni sindacali manifestano forte preoccupazione per la vicenda e si auspicano, quanto prima, l’apertura di un tavolo nazionale di confronto con i rappresentanti della società e le istituzioni competenti alla ricerca di soluzioni alternative e positive".

"È una vera doccia fredda per i lavoratori, un bruttissimo regalo di Natale - commenta il segretario della Lega Samantha Gardin, candidata alle elezioni regionali 2020 - Questi sono gli effetti contro cui mi sono schierata già oltre un anno fa, lavorando con le aziende della mia provincia per apportare gli emendamenti al decreto blocca trivelle, e con le quali abbiamo preparato le linee guida del Pitesai, documento necessario per la transizione da carbon ad economia Low Carbon. Il governo Pd-Cinque stelle, purtroppo, ha confermato il blocco, andando ad applicare solo tasse sulle aziende del distretto dell’oil and gas, come l’Imu sulle piattaforme, senza un investimento nella conversione o innovazione. Era previsto un blocco, ma solo temporaneo per stilare il documento denominato Pitesai per andare ad individuare le aree dove non fare estrazione, ma nei fatti non è stato fatto nulla oltre decidere che l’Italia esce dalla ricerca e dallo sviluppo di nuove energie. Non posso che constatare che questa è solo la prima chiusura che impatta sulla nostra provincia, chiusura che andrà anche a riverberare i propri effetti su tutta la filiera. Come candidata alla regionali ritengo che sia inaccettabile che la Regione Emilia Romagna e il presidente uscente Stefano Bonaccini non abbia portato sul “Tavolo Stato Regioni” la discussione dell’oil and gas e degli effetti economici disastrosi che questo blocco porterà a tutta la provincia, senza contare la perdita di competenze nel distretto Ravennate. Uno dei primi atti dopo le elezioni regionali sarà quello di riportare il problema sul Tavolo e risolverlo con un governo eletto dal popolo e non dalla politica".

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