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Cronaca

Il mare entra a Lido di Dante, estrazioni sotto accusa: "Stiamo sprofondando"

"Lido di Dante invece, unica località ad ospitare a meno di un chilometro dalla costa una piattaforma metanifera, sta sprofondando sempre di più", evidenziano dal Comitato Cittadino

Le ferite causate dall'ultima mareggiata non sono state ancora emarginate. Il Comitato Cittadino di Lido di Dante invoca "con la massima urgenza opportuni interventi di difesa e protezione della costa". "Se non si interverrà velocemente anche sulle maggiori cause antropiche della subsidenza, fermando le estrazioni di metano a ridosso della località, nel giro di qualche anno l’intero abitato sarà quasi sicuramente invaso dal mare", è l'opinione dei membri del comitato.

Viene ribadito, citando i dati dell'Arpa dell'Emilia Romagna, come "la velocità di abbassamento della nostra località peggiora di anno in anno e se nel periodo 1999-2005 con una media di -1,9 centimetri annui si era già aggiudicata il record di subsidenza a livello di costa emiliano romagnola, nel 2006-2011 (ultimi dati disponibili), la situazione è ulteriormente peggiorata arrivando a registrare un abbassamento medio di -2,1 centimetri annui, oltre il quadruplo della media dell’intero litorale Ravennate".

L'ultima mareggiata a Lido di Dante (inizio febbraio 2014)

"L’unica area costiera che negli anni passati presentava un fenomeno di subsidenza così importante come il nostro era Foce Reno (campo estrattivo Dosso degli Angeli), ma lì la provvisoria chiusura dei pozzi estrattivi a fronte di un sequestro preventivo e il successivo esaurimento del giacimento, hanno portato ad un progressivo e sempre più marcato miglioramento della situazione tanto che oggi la località registra un abbassamento medio annuo di soli -0,2 centimetri, perfettamente in linea con il tasso naturale di subsidenza del territorio circostante", osservano dal Comitato.

"Lido di Dante invece, unica località ad ospitare a meno di un chilometro dalla costa una piattaforma metanifera, sta sprofondando sempre di più e le località limitrofe (Lido Adriano in primis) la stanno seguendo in questo terribile imbuto - sostengono dal comitato cittadino -.Ogni anno metri di spiaggia, di dune ed ora anche di pineta vengono inghiottiti dal mare. Fermare le estrazioni di metano dalla piattaforma Angela Angelina per tentare di rallentare la subsidenza di questo territorio rappresenta un’impresa assai ardua in quanto, come minimo, significa tirare in ballo una delle più grandi multinazionali italiane a partecipazione pubblica, il Ministero dello Sviluppo Economico (che recentemente ha prorogato la concessione di coltivazione del campo Angela Angelina sino al 2027), nonché interessi economici enormi".

"Tuttavia siamo giunti ad un punto nel quale questi interessi non possono e non devono più prevalere sulle sorti di un intero territorio, fra qualche anno infatti i danni provocati dalla subsidenza e dall’ingressione marina saranno talmente elevati che molto probabilmente i soldi messi a disposizione da Eni per finanziare interventi di difesa non basteranno più - evidenziano dal Comitato -. Non pensiamo di sbagliare se riteniamo quindi che provare a fermare le estrazioni prima che sia troppo tardi, coinvolgendo in questo anche Provincia e Regione, potrebbe rappresentare una fra le sfide più impegnative e fondamentali per il nostro territorio che il Sindaco e tutta l’Amministrazione Comunale (che già si stanno prodigando per cercare di accelerare i tempi degli interventi di difesa della costa) potrebbero decidere di intraprendere in questo loro mandato".

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