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Cronaca

Minichini (Lpr): "Lido di Dante, terra di nessuno ove tutto è consentito"

Dovere precipuo delle autorità di governo e locale, garanti dell’ordine e del rispetto delle regole, è quello di fare osservare leggi e regolamenti dello Stato Italiano.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

La stagione estiva ancora non è iniziata e già ambigui esseri umani continuano ad arrecare danno all'immagine della località. Riporto alcuni passi salienti di una mail debitamente firmata, pervenuta alla mia casella di posta elettronica: "Ieri, credo di essermi giocata definitivamente il sogno di avere in futuro, una casa a Lido di Dante. Siamo stati in passeggiata con mia nipote minorenne ed i cani, lungo la spiaggia sud. Il campionario di organi genitali era vario, indecifrabile l'età dei sederi al vento. Uno spettacolo decadente, poco dignitoso per il litorale più bello della riviera romagnola, ridotta ad un postribolo, con un'evidente mercificazione del sesso maschile…." "Caro amico Pasquale Minichini, ti domando dove finisce la libertà di comportamento di queste persone e dove incomincia il mio diritto ad una passeggiata senza dover subire la falsa ideologia del ritorno alla natura, parco naturale e favolette….?" "Durante l'arco di una giornata, l'essere umano, come gli animali, ha bisogno di espletare i propri bisogni fisiologici. Il comune cittadino viene multato se non raccoglie gli escrementi del proprio cane, perché il sempre comune cittadino deve subire le defecazioni in luogo pubblico, nello specifico la spiaggia di Lido di Dante?..." "Autorizzo a rendere pubblico questo mio grido di dolore. Segue firma". Che tristezza infonde una lettera del genere, traspare il dolore e l'impotenza di fronte al vedo non vedo delle istituzioni locali. Di certo la risposta alla domanda sui confini della libertà individuale avrebbe già dovuta essere stata data dai destinatari della petizione sottoscritta dagli oltre 800 tra cittadini e turisti, non solo all'autrice della mail ma, all'intera cittadinanza di Lido di Dante. Le doglianze di questa persona non rivelano le solite polemiche su nudismo sì nudismo no, ma l'anarchia che continua a regnare sovrana su un lembo di suolo ravennate; privando la libertà di chiunque voglia fare una distensiva passeggiata in questi luoghi di alto pregio ambientale, specialmente con minori al seguito. Dovere precipuo delle autorità di governo e locale, garanti dell'ordine e del rispetto delle regole, è quello di fare osservare leggi e regolamenti dello Stato Italiano. Il nostro ordinamento non prevede deroghe alla repressione di atti e/o comportamenti che integrano fattispecie penalmente rilevanti, ancor più quando è nota la perpetrazione degli stessi. Solo ripristinando la legalità è possibile scrivere la parola fine su queste condotte perverse.

Pasquale Minichini - Lista per Ravenna

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