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Cronaca Faenza

Lite, botte e provocazioni in pizzeria, dopo le indagini denunciato il rom

I carabinieri di Faenza hanno concluso l'indagine sulla lite avvenuta la sera del 25 settembre nella pizzeria di via Saviotti nel quartiere Borgo, episodio che aveva scatenato molte polemiche

Innesca una violenta lite nella pizzeria piena di gente e finisce denunciato. I carabinieri di Faenza hanno concluso l’indagine sulla lite avvenuta la sera del 25 settembre nella pizzeria di via Saviotti nel quartiere Borgo, episodio che aveva scatenato molte polemiche e manifestazioni di protesta in città. Quella domenica all’interno della pizzeria, si era verificata una violenta lite a suon di calci e pugni che aveva visto come protagonista un 29enne a capo di una famiglia rom che vive in un camper posteggiato in città. L’uomo dopo aver litigato con il titolare della pizzeria, aveva ingaggiato una colluttazione con un altro cliente e la “scazzottata” si era protratta fuori dal locale, a quell'ora piena di gente e famiglie con bambini.

La telefonata al 112 era giunta da parte di una dipendente della pizzeria che aveva dato l’allarme appena i due litiganti dalle parole erano passati alle mani. Addirittura poco prima dell’arrivo dei carabinieri del radiomobile, il 29enne rom fuori dal locale aveva raccolto due fioriere e le aveva scagliate in direzione della vetrina dove c’erano molte persone, per fortuna senza colpire nessuno, dopodichè si era dato alla fuga per raggiungere il suo camper parcheggiato poco distante. Dopo una ventina di giorni d’indagine, i carabinieri della stazione Borgo Urbecco hanno ricostruito tutta la dinamica del litigio e stabilito i diversi profili di responsabilità, attraverso l'analisi delle immagini delle telecamere della pizzeria e del bar attiguo e soprattutto grazie alle numerose testimonianze di chi quella sera aveva assistito ai fatti.

Lite e pugni in pizzeria

Almeno una quindicina di persone sono state invitate in caserma per essere sentite dai militari dell’arma, fra cui anche amministratori locali e presidenti di quartiere che erano intervenuti nell'immediatezza dei fatti. Le immagini hanno chiarito che il 29enne, entrato in pizzeria alle 19.30 circa, aveva utilizzato il bagno nonostante una dipendente alla cassa gli avesse fatto notare che la toilette era fuori servizio. Uscito dal bagno, l’uomo aveva iniziato un battibecco con il proprietario lamentandosi della mancanza di un asciugamano. I testimoni hanno raccontato che l'atteggiamento sgarbato tenuto dal 29enne aveva suscitato le proteste di alcuni clienti che si trovavano in fila alla cassa, i quali gli avevano chiesto di abbassare il tono della voce e di mantenere un comportamento più civile, vista anche la presenza di molti bambini.

La situazione è precipitata nel momento in cui il rom ha alzato le mani per primo contro uno dei clienti in fila alla cassa: è stata quella infatti la “scintilla” che aveva spinto altre persone ad intervenire nel tentativo di convincerlo  a cambiare atteggiamento. fra questi, un 56enne di Imola che dopo aver ricevuto dal rom un pugno al volto, ha reagito dando luogo alla violenta colluttazione conclusasi all’esterno della pizzeria. Il 29enne, conosciutissimo alle forze dell’ordine per la sua lunga sfilza di precedenti penali e di polizia, prima di allontanarsi dal locale aveva anche afferrato due fioriere davanti al bar di fianco la pizzeria e le aveva lanciate all'indirizzo del locale. La prima fioriera si era infranta contro un divanetto vicino la vetrina, invece il secondo vaso aveva sfiorato il 56enne coinvolto nella colluttazione. Quest’ultimo, a causa dei colpi ricevuti, si era fatto refertare in pronto soccorso con 15 giorni di prognosi per un trauma contusivo allo zigomo nonché contusioni e graffi alle braccia, dopodichè aveva sporto querela presso la caserma dei carabinieri.

L’indagine dei militari dell’arma si è conclusa con la denuncia del 29enne per violenza privata, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, lesione personale e danneggiamento. Inoltre, gli è stato contestato anche il reato di clandestinità per aver violato l’ordine del questore di Ravenna di lasciare l'Italia che risale al mese di febbraio di quest’anno, non potuto eseguire in mancanza di documentazione idonea ad attestare la nazione d’origine dove andrebbe rimpatriato.

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